Sciopero il 3 febbraio in occasione dell'ultima replica del Faust. E’ questo quello che hanno annunciato i sindacati questa mattina durante l'incontro stampa dove oltre a dire no ai 28 licenziamenti, hanno chiesto assoluta chiarezza sul futuro della fondazione Maggio Musicale e dei 305 lavoratori.

I Sindacati

Un affondo duro quello di Cgil e Cisl. "Questo è l'anno decisivo o si risolve la questione oppure la situazione diventerà drammatica". Al tavolo Paola Galgani segretario generale Cgil Firenze e Roberto Pistonina segretario generale Cisl Firenze.

"Chiediamo un intervento deciso da parte della proprietà. Un tavolo di rilancio per il Maggio con il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e del Sindaco Dario Nardella".

Venti di guerra che erano già nell'aria alla prima del Faust, il 20 gennaio, quando dopo l'annuncio degli esuberi l'opera si svolse sotto forma di concerto per lo sciopero dei tecnici delle luci e di scena. Una serata resa ancora più incandescente dalle parole del sovrintendente Francesco Bianchi che dal palco accusò i sindacati di irresponsabilità.

"Una situazione già vista nel 2013, e i licenziamenti furono annuncianti anche 4 anni fa. E’ necessario rilanciare il teatro e non farlo chiudere. I debiti aumentano, noi ci auguriamo - chiude Paola Galgani segretario generale Cgil Firenze - che sia da parte della Regione che del Comune ci sia la possibilità di discutere perché senza un rilancio ci sarebbero delle conseguenze anche per chi è proprietario del Maggio non solo per chi ci lavora”.

Il sindaco di Firenze

La risposta del sindaco Nardella non si fa aspettare. Il primo cittadino dà la sua disponibilità ”insieme alla Regione Toscana a incontrare i sindacati e a discutere a 360 gradi del futuro del teatro, ma solo se decideranno di congelare lo sciopero”.

Secca anche la risposta del sovrintendete al Maggio Musicale Francesco Bianchi che rispondendo alle domande dell’agenzia all’Ansa da detto “il nostro dovere è di andare in scena: se necessario contro tutto e contro tutti”.

Inoltre il sovrintendete ha ribadito come in questi giorni, abbia la sua disponibilità ai sindacati ma che non è stata accettata

Altro tasto dolente i numeri, il bilancio, il debito della Fondazione che non smette di aumentare. Per sindacati sono quasi 70 i milioni di perdita, per il sovrintendente Bianchi invece 62.

Durante proprio la conferenza stampa in Borgo dei Greci, CGIL e Cisl, hanno sottolineato come dal 2013 il debito consolidato della Fondazione sia passato da 54 a 70 milioni di euro.

Anche sul bilancio il Sovrintendente Bianchi risponde che quando lui è entrato in carica nel 2013 “il teatro era sull’orlo del collasso” e che nei due anni successi è stato lavorato per raggiungere il pareggio di bilancio. Operazione che purtroppo ha bruciato cassa facendo aumentare il debito.

Concludendo la sua dichiarazione Bianchi ha ribadito con forza che nei prossimi anni il debito resterà immutato a “62 milioni di euro”.

Precisa e puntale sempre da parte della Fondazione l’illustazione del debito che vede i 3/4 contratti verso lo Stato italiano, di cui 33 costituti dal prestito del fondo rotativo istituito dalla legge Bray, che è già stato iniziato a pagare. Altri 15 milioni sono stati contratti, invece, dall’Agenzia delle Entrate, ma che risalgono a gestioni precedenti. Nel computo rimango ancora 14 milioni 9 dei quali sono per fornitori e servizi e 5 di gestione ordinaria.