In caso di debiti insoluti, la banca può rifarsi su stipendio o pensione o queste entrate sono da considerare impignorabili? Nel decreto Salva Italia (articolo 12) è previsto che "lo stipendio, la pensione, i compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti, (…) di importo superiore a cinquecento euro, debbono essere erogati con strumenti diversi dal denaro contante ovvero mediante l'utilizzo di strumenti di pagamento elettronici bancari o postali, ivi comprese le carte di pagamento prepagate". (il limite è stato poi innalzato a mille euro ma la discussione nel merito resta).

Per l'accredito dello stipendio o della pensione superiori a mille euro è quindi obbligatorio aprire un conto corrente in modo da rendere tracciabili le transazioni. Rendere disponibili pensione o stipendio su un conto corrente mette in crisi la tutela ex articolo 545 del codice di procedura civile relativamente alla soglia massima di pignorabilità dei crediti cd. "alimentari", fissata ad un quinto? Alla lettera sì: la cessione del quinto infatti opera solo per la pignorabilità alla fonte (quindi direttamente in busta paga) e non anche per il pignoramento ex post, quindi presso un conto bancario o postale.

Conto corrente obbligatorio: così anche i conti a zero spese avranno un costo

Dietro quella che viene presentata come una comodità per i contribuenti, si nasconde quindi un regalo alle banche e una possibile trappola in caso di debiti.

E in ogni caso viene violata la libera scelta dei consumatori, visto che l'apertura del conto è imposta e non consigliata.

Sulla questione, dopo l'accoglimento della domanda di incostituzionalità da parte del Tribunale di Lecce, dovrà ora esprimersi la Corte Suprema.