Oggi parleremo del contratto bancario per antonomasia, il conto corrente.

Innanzitutto premettiamo che il conto corrente bancario o conto corrente di corrispondenza (il termine deriva dal fatto che la maggior parte delle operazioni vengono ordinate attraverso lettera o rilascio di documenti) non è disciplinato dal codice civile, che all'art.1823 del c.c., disciplina il conto corrente semplice che ha il saldo esigibile alla scadenza stabilita.

Per questo il conto corrente è un contratto atipico di natura mista attraverso il quale si regolano i rapporti tra la banca e il cliente, al fine di poter gestire il proprio denaro; uno strumento tecnico bancario che consente l'utilizzo di moneta bancaria e del cosidetto denaro elettronico da parte del titolare del conto.

Viene utilizzato sia dai soggetti privati, per la canalizzazione dello stipendio, l'addebito delle utenze e come forma di risparmio; le aziende lo utilizzano per convogliare i flussi di incassi e pagamenti nazionali ed internazionali.

Il contratto è a tempo indeterminato e prevede l'apertura del conto redatta per iscritto, durante la quale il titolare del conto deve depositare la propria firma, per consentire alla banca il controllo dell'autenticità della firma nelle operazione bancarie che deve realizzare.

Trimestralmente o mensilmente e, in ogni caso, annualmente, la banca invia al correntista l'estratto conto, che contiene le informazioni del saldo liquido disponibile sul conto, e un riepilogo dei movimenti effettuati.

I costi sostenuti dal cliente sono riportati sotto la voce "Isc": per verificare la convenienza del proprio conto corrente basta confrontare il proprio Isc con quello pubblicizzato dalle altre banche relativamente allo stesso tipo di prodotto.

Il conto corrente si identifica, dal 1 gennaio 2008, attraverso il codice IBAN (codice alfanumerico di 27 cifre), composto dal codice dello stato (per l'Italia IT) in cui è aperto, il codice identificativo bancario e il codice BBAN, a sua volta composto dal codice CIN, dal codice ABI della banca presso la quale è domiciliato, dal codice dell'agenzia o succursale e dal numero di C/C.

La banca riceve tramite versamenti in denaro in deposito e ne permette l'utilizzo neilimiti del saldo disponibile per la realizzazione di svariate operazioni di cassa, disciplinate dagli articoli 1852 e 1857 del Codice Civile, per conto del correntista. In qualsiasi momento le somme depositate sono a disposizione del cliente, in gergo risultano a suo credito.



Nel conto corrente esistono 3 tipi di saldo:

  • saldo disponibile che viene determinato ordinando i movimenti in base alla data di disponibilità e il cliente può disporre di una determinata somma versata sul C/C solo nel momento in cui è maturata la disponibilità;
  • saldo contabile che si determina ordinando i movimenti in base alla data di registrazione;
  • saldo liquido, positivo o negativo che viene determinato ordinando i movimenti in base alla data di valuta, molto importante in quanto è utilizzato per il calcolo degli interessi creditori o debitori di pertinenza di uno specifico rapporto di conto.

La gestione di un conto corrente ha un costo che può variare da banca a banca, e che può essere riferito ad ogni singola operazione oppure ad un canone mensile-trimestrale omnicomprensivo.

Le spese più riccorenti sono quelle relative alle operazioni effettuate sul conto (prelievi,versamenti) e quelle di rendicontazione, che variano a seconda della periodicità dell'invio dell'estratto conto.

Ogni banca ha diverse tipologie di conto corrente da offrire e proprio per questo motivo nel prossimo articolo della nostra rubrica vi consiglieremo come muoversi nella selva di conti correnti per poter effettuare la scelta più consona alla propria situazione.