Cosa cambia e come funzionano i contratti a termine o a tempo determinato con la riforma del lavoro introdotta dal governo Renzi? Il tutto è nell'ambito del jobs act, anche se davvero è difficile capire come da qui si possa arrivare a quel contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che il nuovo premier ha più e più volte promesso. Si vedrà. Per il momento quello che invece si vede è un contratto a termine ancora più orientato alla flessibilità di quanto già non fosse.

I contratti a termine potranno ora avere una durata di 36 mesi senza causale, dove prima - sempre senza dover spiegare l'inquadramento del dipendente - poteva essere al massimo di 12 mesi.

All'interno dei 36 mesi si possono prorogare i contratti fino a un massimo di otto volte, quindi con contratti che possono essere anche di quattro mesi e mezzo l'uno.

Inoltre tra un contratto a tempo determinato e l'altro non ci dovrà essere nessuna pausa, dove invece prima era necessario lasciare il dipendente a casa tra i dieci e i venti giorni prima di poterlo riassumere. I contratti a termine non potranno però essere più del 20% dell'organico di una società, a meno che non sia indicato diversamente nei contratti collettivi.

Cado inoltre la regola che condizionava l'assunzione di nuovi apprendisti alla conferma in servizio di almeno il 30% degli apprendisti dipendenti al termine della formazione.

Con la riforma del lavoro del governo Renzi non ci sarà più nessuna condizione. Il tutto è stato inserito in un decreto di legge, bisogna però vedere cosa succederà quando il tutto dovrà passare dal Parlamento per ottenere il via libero definitivo.