Tantissime parole e pochi fatti in merito a numerose delle vertenze previdenziali che compongono il capitolo Pensioni 2014 Inps, a cominciare da precoci, opzione contributivo e permessi legge 104; andando ad analizzare i primi mesi che hanno caratterizzato il mandato del governo Renzi, l’impressione generale è infatti che le tante criticità connesse ai temi di cui sopra siano state totalmente dimenticate dall’esecutivo, con la possibilità che Def e Spending Review contribuiscano a rendere ancora più allarmante il quadro prevedendo ulteriori tagli per un comparto, quello previdenziale, già prostrato da una tensione sociale mai così elevata.





Facciamo allora il punto sul capitolo pensioni 2014 INPS, con i casi precoci, opzione contributivo e legge 104 ancora in attesa di risposte; il Def e la Spending Review rincareranno la dose?

Pensioni 2014 INPS, precoci e opzione contributivo: quali le novità? Def e Spending Review potrebbero infliggere gli ennesimi colpi



All’interno del capitolo pensioni 2014 INPS i nodi costituiti da precoci e opzione contributivo donne rappresentano due casi distinti ma al tempo stesso accomunati da un importante fattore: la necessità di intervento con risposte concrete che tardano ad arrivare.



I lavoratori precoci attendono in particolare una riforma che conceda loro il diritto (sacrosanto) al pensionamento, con l’unica speranza ad essere costituita dalla proposta di Damiano, che vorrebbe il prepensionamento per tutti i lavoratori e che punta sulla possibilità di concedere ad ogni individuo, una volta raggiunti i 62 anni d’età più 35 di contributi, la scelta di adire al pensionamento o meno.



Considerato l’innalzamento dell’età pensionabile voluto dalla riforma Fornero, quella del prepensionamento o pensione anticipata è l’unica chance per il comparto, ma metterla in pratica significa investire risorse che al momento il Def pare destinare altrove.



Il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio parlando del Def ha infatti sottolineato che le risorse saranno ‘allocate in punti strategici’ e che ‘le spese non necessarie saranno tagliate’, e considerato come il governo Renzi abbia più volte mostrato di non voler investire nella previdenza l’impressione è che anche questa volta nulla cambierà.



A complicare il quadro, non solo per il caso dei lavoratori precoci ma anche per l’intero capitolo pensioni 2014 INPS, l’avvio della Spending Review, con Renzi deciso a non tagliare ulteriormente la previdenza e Cottarelli ad insistere sottolineando che la spesa pensionistica italiana è invece troppo alta e va diminuita.



Discorso diverso per l’opzione contributivo donne, in merito al quale si attende ancora il rinvio dei termini per presentare domanda; il governo Letta si era impegnato a prolungare la possibilità di ricorso al meccanismo contributivo (che consente alle lavoratrici donne di andare in pensione a 57 o 58 anni d’età), ma il governo Renzi non ha mai preso in carico la cosa. Tutto adesso sembra tacere e non si intravedono possibilità di cambiamento.

Pensioni 2014 INPS, permessi legge 104: altro errore, altro oblio



Estremamente delicata anche la situazione che concerne un altro dei temi che compongono il fronte pensioni 2014 INPS, ovvero quello attinente ai permessi della legge104; un emendamento alla Legge di Stabilità avrebbe dovuto sancire la validità a fini contributivi dei permessi concessi ai sensi della legge 104 (quella che regola l’assistenza ai disabili), ma il rimando all’interno del provvedimento all'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992 in luogo dell'articolo 42 del decreto legislativo 151/2001, effettiva norma di riferimento in tema di assistenza ai disabili, ha reso vano l’emendamento. Numerosi lavoratori in queste settimane stanno avendo a che fare con domande di pensionamento respinte per via dell’errore tecnico, ma il governo sembra averlo dimenticato.



Il fronte pensioni 2014 INPS necessiterebbe dunque di profondi interventi che al momento non vengono per nulla considerati; a complicare il tutto la prospettiva che Def e Spending Review taglino ancora le pensioni, con il rischio che ‘la questione previdenziale’ (come l’ha definita l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano qualche giorno fa) esploda definitivamente con conseguenze incalcolabili.