Non si placa la furibonda protesta dei tassisti di Milano nei confronti dell'amministrazione meneghina, colpevole di non fare la propria parte nel bloccare l'attività dell’applicazione per cellulari Uber.
Oggi è stato indetto in maniera spontanea uno sciopero "selvaggio" che coinvolge in particolare modo la Stazione Centrale di Milano. Gli unici servizi garantiti sono quelli nei confronti delle categorie più deboli: anziani, donne incinte e disabili.

Uber, l'applicazione più odiata dai tassisti

Uber è un'applicazione per smartphone realizzata dall'omonima multinazionale Americana fondata da Travis Kalanick, che permette di mettere in contatto chiunque abbia l'esigenza di muoversi in città con un team di autisti disponibili nella zona.

A differenza del classico taxi, Uber permette di conoscere in anticipo l'identità dell'autista, leggere o lasciare valutazioni sul servizio ricevuto, il tutto conoscendo in anticipo l'importo e la possibilità di pagare direttamente da smartphone.

Viste quindi le caratteristiche dell'offerta di Uber, è facile intuire come un servizio del genere, già presente in oltre 35 paesi nel mondo, possa diventare oggetto delle ire della categoria dei tassisti. Tanto più che le tariffe richieste dagli Autisti "in nero" (le auto utilizzate da Uber sono di colore nero) non si discostano più di tanto da quelle dei normali taxi delle città italiane.

La protesta contro Uber e UberPop

Ma la furibonda protesta dei tassisti non è affatto una novità, da diversi mesi gruppi di autisti hanno preso parte a rumorose manifestazioni denunciando la concorrenza sleale dell'azienda. In alcuni casi, pare che siano state prese di mira direttamente le vetture e gli autisti di Uber.

Come dichiara Benedetta Arese Lucini, general manager Uber: "Una delle nostre auto è stata presa a calci, ma l'episodio più grave è di venerdì quando in quattro a volto coperto hanno tagliato le gomme e preso a sprangate una vettura e ne hanno minacciata un'altra".

Insomma pare che i toni si siano accesi parecchio e, mentre le varie sigle sindacali cercano di trovare un accordo per tenere una posizione comune nei confronti dell'amministrazione milanese, nel week end le pesanti proteste hanno coinvolto la Wired Next Fest dove avrebbe dovuto tenersi un dibattito proprio su questo tema.

Dopo che alcuni facinorosi hanno prima bloccato gli ingressi alla sala del convegno, poi lanciato petardi e insulti verso la manager di Uber, il dibattito è stato annullato per “motivi di ordine pubblico”.

Anche online le proteste prendono le forme del sabotaggio, tanto che visitando le pagine Uber su Google Play e Apple App Store, ci si imbatte in una vera e propria crociata tra utenti soddisfatti (5 stelle) e altri che inneggiano a evasione fiscale, rischi per la sicurezza e illegalità (1 stella).


Non sarebbe meglio ascoltare il consiglio che Alberto Mingardi propone dalle pagine di Wired.it: “Inutile cercare protezioni politiche: all’innovazione si risponde con più innovazione”?


I taxisti di Milano sarebbero più credibili se, invece che prendersela con auto e rappresentanti di Uber, innovassero i propri servizi (come è accaduto altrove) dando la possibilità di pagare con carta di credito, prenotare il taxi via web e app o applicando una tariffa fissa per l’Area C.


Protestare in questo modo non fa altro che sollevare l’indignazione dei clienti e rendere maggiormente popolare proprio il servizio offerto da Uber.