Sherlock Holmes, il celebre investigatore, esclamerebbe: 'Elementare, Watson, elementare'. Sì, perchè dopo le dichiarazioni del ministro Stefania Giannini di un rinvio al prossimo autunno per l'approvazione del pacchetto Scuola, sembra stiano arrivando (casualmente? fate Voi) le aperture al dialogo da parte di alcune organizzazioni sindacali, proprio sui temi più scottanti come l'aumento delle ore settimanali e la valutazione di scuola ed insegnanti.

In tono ironico, il segretario nazionale Unicobas Stefano D'Errico ha sottolineato come le ultime dichiarazioni rilasciate nell'ultima conferenza stampa dalla Flc-Cgil sembrano far intuire che l'orario 'potenziato', l'autovalutazione e il percorso di formazione obbligatorio degli insegnanti siano quasi pronti ad un via libera.


Scuola, Flc-Cgil più vicina ad una discussione con il Miur?

Quali sono i segnali che portano a queste dichiarazioni polemiche da parte di Unicobas? Tanto per cominciare, il segretario Pantaleo avrebbe dato la propria disponibilità per una discussione con il Miur sul tema della valutazione, pur affrettandosi a specificare che, in ogni caso, le prove Invalsi dovranno essere cambiate. Quello che si è intuito, comunque, è che non esiste chiusura di trattativa in merito alla questione.  
Così come non è da escludere un'apertura della Flc-Cgil sull'aumento delle ore settimanali: se da una parte il sindacato ha confermato la propria contrarietà alle sei ore settimanali di lavoro in più per le supplenze, dall'altra si è dimostrato favorevole ad una discussione per 'eventuali carichi di lavoro oltre le attuali ore d'insegnamento'.


Miur, Scuola, Unicobas, polemica con Flc-Cgil

Insomma, SI' all'aumento delle ore per espletare funzioni burocratiche e NO se destinate alla didattica? Sembra essere questo l'orientamento della Flc-Cgil che non trova assolutamente d'accordo il segretario generale Unicobas che poi ha detto la sua per quanto riguarda la tanto sospirata revisione del contratto economico: 'Parlare di aumenti, scatti e adeguamenti vari ha poco senso - ha dichiarato in tono polemico Stefano D’Errico - fino a quando la scuola continuerà a rimanere nel pubblico impiego. La legge non permette né aumenti superiori all’inflazione programmata né scatti legati all’anzianità. Bisogna ridiscutere una volta per tutte la posizione del comparto scuola. Fino a quando il riferimento continuerà ad essere il decreto 29 del 1993 non se ne verrà fuori.'
L'ultima, amara constatazione di D'Errico, però, deve far riflettere: 'Peccato che quel decreto venne concordato parola per parola proprio con i sindacati rappresentativi'.