Giungono importanti novità in merito all’ormai imminente riforma delle Pensioni 2014 in elaborazione da parte del governo Renzi: i casi Quota 96 ed esodati sembrano di fatto giunti all’epilogo, ma se per i primi sarà decisiva la riforma della PA, per i secondi si va ragionando sulla base di due ipotesi che se perseguite potrebbero davvero scrivere la parola fine alla vertenza.



Facciamo allora il punto sulla riforma delle pensioni 2014 del governo Renzi: per Quota 96 ed esodati il cerchio si va stringendo.

Riforma pensioni 2014 Renzi, esodati: via libera alla salvaguardia ma Poletti ragiona su due ipotesi strutturali



Come accennato in apertura, giungono importantissime novità in merito alla riforma delle pensioni 2014 del governo Renzi: in primis il si della Camera alla sesta salvaguardia pro esodati, un provvedimento che porterà al salvataggio dalla povertà circa 32mila lavoratori.



Il computo degli esodati salvaguardati sale così a 170mila con oltre 11 miliardi di euro spesi, ma la misura (pur positiva) altro non è se non un palliativo in attesa di soluzioni strutturali.



Stando a quanto riportato da Il Messaggero, sarebbero in particolare due le ipotesi allo studio da parte del governo Renzi: la prima prevede di chiudere il caso esodati dando corso alla soluzione paventata dall’ex ministro del lavoro Giovannini e relativa alla possibilità di concedere un prestito finanziato dall’INPS ai diretti interessati.



L’idea sarebbe quella di mandare a riposo le persone alle quali servono ancora 24 mesi per conseguire il pensionamento (accessibile, lo ricordiamo, raggiunti 66 anni e 3 mesi di età o 42 di contributi). L’INPS inizierebbe a pagare una pensione ‘piena’ per così dire, e il pensionato restituirebbe l’anticipo piano piano senza interessi percependo assegni decurtati di una certa quota.



La misura potrebbe interessare oltre 300mila lavoratori ma quella del prestito INPS non è la sola ad essere vagliata dal governo Renzi: per cercare di snellire il processo di costituzione della prossima riforma delle pensioni 2014, l’esecutivo starebbe infatti pensando ad estendere l’opzione contributivo anche agli uomini, che in tal modo potrebbero lasciare l’impiego raggiunti i 57 o 58 anni d’età più 35 di contributi. La misura costringerebbe tuttavia i diretti interessati ad assegni inferiori di circa il 30% rispetto a quelli calcolati col metodo retributivo, urge dunque studiare al meglio la manovra (riducendo magari i decrementi) onde evitare il sopraggiungere di diffusi malcontenti.

Riforma pensioni 2014 Renzi, Quota 96: Boccia annuncia soluzione ma la prudenza è d’obbligo



Non farà parte della prossima riforma delle pensioni 2014, ma la misura annunciata da Boccia qualche giorno fa ha ugualmente un peso decisivo nell’orientare gli animi dei 4000 individui Quota 96 in attesa del via libera al pensionamento da oltre 2 anni.



Stando al presidente della Commissione Bilancio, le risorse per garantire il pensionamento alla categoria sono state trovate – ‘I 450 milioni di euro necessari arriveranno dalla spending review’ –, ma come già accennato nel corso di precedenti contributi la prudenza è d’obbligo.



La formula risolutiva annunciata da Boccia per i Quota 96 prevede la presentazione di un emendamento alla riforma della PA, la cui discussione è in programma per questa settimana alla Camera: ancora pochi giorni dunque e sapremo.



E Voi cosa ne pensate? Credete che il caso dei Quota 96 verrà definitivamente chiuso? Come giudicate le ipotesi pro esodati relative a prestito INPS ed opzione contributivo? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!