Anche se manca di una vera e propria impostazione strutturale, la riforma delle Pensioni Renzi, passo dopo passo, sta affrontando tutta una serie di questioni rimaste in sospeso a causa della legge Fornero: dai Quota 96 scuola agli esodati, dall'opzione donna al prestito pensionistico. Sullo sfondo resta sempre l'iniziativa della Lega Nord di un referendum popolare per l'abolizione della riforma delle pensioni Fornero-Monti - la raccolta di firme infatti è arrivata a quota 500mila. Vediamo allora quali sono le mosse in corso del governo Renzi e quali sembrano essere le priorità sulla materia previdenziale.

Riforma pensioni Renzi: Quota 96 scuola e esodati

L'ultima mossa in ordine di tempo che potrebbe segnare un passo importante per la riforma delle pensioni Renzi riguarda la questione dei Quota 96 scuola. La soluzione potrebbe arrivare con un emendamento inserito all'interno del decreto legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione attraverso il quale ci sarebbe lo stanziamento dei circa 400milioni di euro che servirebbero per mandare in pensione i circa 4milla tra docenti e personale ATA dal 1 settembre. La soluzione che sembra oramai vicinissima è arrivata inaspettata e dopo mesi di battaglie parlamentari. Sembra insomma che Renzi abbia deciso di mettere mano a una riforma delle pensioni che tenga conto delle questioni più "calde".

E così è stato anche per gli esodati. La settimana scorsa, infatti, è stata approvata alla Camera la cosiddetta sesta salvaguardia che concederà l'agognato diritto alla pensione a circa 32mila ex-lavoratori.

Riforma pensioni Renzi: opzione donna, prestito pensionistico e altre mosse

Se queste sono state le mosse più evidenti del governo, la riforma delle pensioni Renzi probabilmente approfondirà altre due materie, quella della proroga dell'opzione donna e quella del prestito pensionistico.

La proroga dell'opzione donna fino al 2018 consiste in questo: si può ottenere la pensione anticipata ma soltanto se calcolata interamente con il sistema contributivo. In realtà questa mossa sarebbe dovuta entrare all'interno del DDL delega sulla Pubblica Amministrazione ma, per problemi inerenti alla copertura economica, è stata rinviata.

È probabile, però, che in breve tempo il governo decida di tornarci su.

La riforma delle pensioni Renzi sta però vagliando tutte le proposte possibili per intervenire in maniera maggiormente strutturale sull'età pensionabile. Ritornano, allora, in discussione la proposta del prestito pensionistico di Giovannini, che sembra piacere anche a Poletti, o la proposta di Damiano sulle uscite flessibili a partire dall'età di 62 anni e con penalizzazioni che possono arrivare fino all'8%.

Insomma, forse si può parlare definitivamente di un cantiere aperto in vista di una più complessiva riforma delle pensioni Renzi.