Giungono novità sulla riforma Pensioni di Renzi, le ultime notizie dal Governo vertono sul pensionamento "d'ufficio" nella Pubblica Amministrazione: è passato un emendamento nel decreto legge sulla PA in cui si prevede tale possibilità ma solo dai 62 anni di età, con pensionamento a età differenti in casi particolari, con medici e professori universitari per i quali è previsto che le amministrazioni pubbliche non possono comunque procedere a mandare in pensione i soggetti prima dei 65 anni di età. Intanto Cesare Damiano torna a parlare della necessità di una riforma pensioni basata sulla flessibilità nel 2014, mentre per i Quota 96 della scuola sembra finalmente arrivato il momento di sorridere.

Riforma pensioni Renzi, ultime dal Governo: pensionamento da parte della PA dai 62 anni

Sembra prendere forma definitiva la misura di riforma pensioni del Governo Renzi volta a permettere il pensionamento di dipendenti della pubblica amministrazione una volta che tali soggetti abbiano raggiunto una certa età. Come già in realtà previsto, con l'approvazione dell'emendamento relativo nel decreto legge sulla PA Renzi - Madia, l'età soglia sotto la quale non si può prevedere alla pensione impartita d'ufficio è stata scelta in modo da non generare problemi collegati alle penalizzazioni degli assegni pensionistici dei dipendenti. Come anticipato quindi si parla di pensionamento possibile per i dipendenti statali dai 62 anni in su, o dai 65 anni in su per i docenti universitari e i medici.

La misura, è bene precisarlo, non è ancora certa, ma quasi. Difatti manca pochissimo all'approvazione del DL sulla PA e a meno di nuovi cambiamenti su questo punto (che al momento appaiono improbabili) tutto andrà in porto entro il mese di luglio 2014. Passiamo ora a vedere le ultime notizie sulla riforma pensioni del Governo Renzi riguardanti la tanto discussa flessibilità in uscita.

Riforma pensioni Renzi, ultime notizie sulla flessibilità: cambiamenti nel 2014 possibili o utopistici?

Cesare Damiano non ha dubbi, una vera riforma delle pensioni con Renzi nel 2014 la si potrà avere se si deciderà di puntare con forza alla flessibilità. Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera continua infaticabilmente a insistere su tale possibilità, come dimostrano le sue ultime dichiarazioni: dopo aver testimoniato apprezzamento per lo stanziamento di risorse per la cassa integrazione in deroga, come soluzione anche se solo temporanea, Cesare Damiano parla dei sindacati e della mobilitazione recente dei lavoratori presso Montecitorio, e aggiunge come sia chiara la necessità di inserire nel sistema previdenziale italiano un criterio di flessibilità per le pensioni in uscita, soluzione per la quale esiste già una proposta di legge targata PD (e Damiano, più in particolare), per permettere di andare in pensione all'età di 62 anni con 35 di contribuzione o con 41 anni di età al di là di quale sia l'età anagrafica.

Al momento, lo ricordiamo, la pensione anticipata - ex pensione d'anzianità, ha tra i requisiti 41 anni e mezzo di contributi per le donne e 42 e mezzo per gli uomini. Ma per il Governo Renzi una riforma pensioni di questo tipo costerebbe cara, ed è qui il problema. Tuttavia Damiano, e molti lavoratori con lui, continuano a credere che se si vuole davvero imprimere una svolta al paese una riforma di questo tipo, che contestualmente sblocca un enorme numero di posti di lavoro, è semplicemente indispensabile.