Tra nuove assunzioni e accesso alla pensione per 4mila docenti rientranti nella quota 96, ecco cosa cambierà nella Scuola già a settembre 2014. Ecco il nuovo Piano immissioni in ruolo 2014.

15mila nuovi professori, di cui tredicimila insegnanti di sostegno e 4.500 personale ATA, fino ad arrivare ad un totale di 32.500 nuove assunzioni nella scuola. Sono questi i numeri del nuovo piano di immissioni in ruolo 2014 che il Ministero dell'Istruzione ha inviato al Ministero dell'economia e delle finanze e a quello della Funzione pubblica secondo quanto riportato da Luciano Chiappetta, capo dipartimento per l'Istruzione del Miur.

Nodo copertura finanziaria e criteri

Il problema coperture per le nuove assunzioni nella scuola sembra essere stato risolto. Così ad esempio le stabilizzazioni per gli insegnanti di sostegno sarebbero coperte direttamente dalla legge 104.

Le circa 28mila nuove assunzioni nella scuola da settembre 2014 seguiranno il criterio previsto ben 15 anni fa, per cui il 50% dei posti sarà attribuito sulla base delle graduatorie fino ad esaurimento e il restante 50 per cento sulla base dei concorsi già indetti, come quello promosso dall'ex ministro dell'istruzione Francesco Profumo. Nuovi 15mila docenti che entreranno a scuola da settembre andranno a sostituire coloro che andranno in pensione grazie al turn over, senza considerare la pensione del nodo quota 96.

Scuola pensione quota 96

Tutti i numeri delle nuove assunzioni nella scuola con il nuovo piano di immissioni in ruolo 2014, secondo Chiappetta infatti, non tengono conto dei circa 4000 docenti che rientrano nella cosiddetta quota 96 scuola e che potrebbero andare, secondo le ultime notizie, in pensione a settembre sulla base dei requisiti anagrafici e contributivi vigenti prima dell'entrata in vigore della riforma pensioni Fornero, il DL 201/11 convertito in legge 214 del 2011.

Lo stesso Chiappetta ammette che la vice presidente della commissione cultura alla camera, Manuela Ghizzoni, sta spingendo per dare soluzione al problema dei quota 96 scuola, già nel decreto legge Madia, quello sulla riforma della Pubblica amministrazione. Non ci resta che attendere le decisioni di Governo e Parlamento, ha concluso Chiappetta non sbilanciandosi oltre.