Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi potrebbe dare il via ad un'operazione di prelevamento sulle cosiddette 'Pensioni d'oro' e su quelle 'd'argento': ne sarebbero interessate circa 188mila persone (non certo poche) che annualmente pesano sul bilancio dello Stato per una cifra pari a circa sedici miliardi di euro a fronte dei 270 miliardi che l'Inps provvede ad erogare in totale a tutti i pensionati d'Italia.
Teniamo presente che sono poco più di 32mila i pensionati che percepiscono una pensione oltre i 6200 euro al mese mentre sono circa 9mila che arrivano addirittura a 10.000 euro mensili: per molti di noi sembrano cifre folli, eppure per i 'diretti interessati' un taglio dell'assegno pensionistico rappresenterebbe una grave ingiustizia.
Ci avevano già provato i governi Berlusconi e Monti, ma la Corte Costituzionale bocciò il provvedimento montiano, giudicandolo discriminatorio in quanto aveva come obiettivo solo i pensionati e non era esteso a tutti i contribuenti. Poi anche una proposta di legge firmata da Giorgia Meloni andò a vuoto, così come pure un tentativo del governo Letta.


Governo Renzi, pensioni d'oro e quota 96 scuola: possibile il contributo di solidarietà?

Ora è il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti a rilanciare l'idea, avendo dichiarato in un'intervista di essere assolutamente favorevole ad un intervento sulle pensioni di importo più elevato come misura di sostegno a favore degli esodati.

Ed eccoci al punto chiave: un contributo di solidarietà per chi prende di più a favore, ad esempio, dei 'quota 96' scuola che aspettano da due anni di accedere alla pensione e che sono stati 'beffati' più volte dalle incongruenze legislative? La speranza che qualcosa si possa muovere in questa direzione c'è tutta, anche perchè a fine mese, il governo sarà chiamato a presentare la situazione dei conti pubblici davanti alla Commissione Europea. Dunque, i soldi servono e, facendo una proporzione, in questo momento, le pensioni d'oro e d'argento stanno a Matteo Renzi come l'emmenthal sta al topolino...