Il rinvio della presentazione delle linee guida per la Scuola non ha 'distratto' i sindacati da quei problemi 'cronici' che si devono al più presto risolvere e che, tra chiacchiere e disegni di legge ancora irreali, rischiano di finire seriamente nel dimenticatoio. L'Anief fa sentire ancora una volta la sua voce ponendo l'accento sul fatto che gli stipendi bloccati e il crescente tasso di disoccupazione stanno conducendo il nostro Paese verso il baratro: i dati che l'Istat ha comunicato nelle ultime ore indicano chiaramente che l'Italia, nel mese di agosto, è entrata in una fase economica di deflazione e si tratta della prima volta da più di cinquant'anni (era il settembre del 1959) con l'importante differenza che allora l'economia risultava in crescita. Marcello Pacifico, presidente dell'Anief nonchè segretario organizzativo Confedir, sottolinea che non occorre essere dei geni per capire che le famiglie italiane non hanno un euro in tasca e che, proprio per questo motivo, non possono spendere: ecco la ragione del crollo dei consumi e della crisi economica che si sta facendo sempre più sentire.

Miur, scuola, stipendi docenti e crisi economica: non meritocrazia, ma uguaglianza

Pacifico mette in evidenza, poi, un elemento che ha del grottesco: i settori più in difficoltà e dove i dipendenti incassano uno stipendio da fame sembrano ancora più abbandonati a sè stessi e non vengono aiutati. Se da una parte i privati riescono ancora ad ottenere dei piccoli incrementi nelle loro buste paga in base all'aumento del costo della vita, tra i dipendenti pubblici accade stranamente il fenomeno inverso. Il segretario dell'Anief sottolinea come nella scuola l'inflazione ha già superato gli importi delle buste paga di cinque punti percentuali: prova ne è il fatto che, rispetto a quella che è la media europea, i nostri insegnanti vanno in pensione (quando riescono ad andarci...) con circa 8.000 euro all'anno in meno.

L'unico sistema, rimarca Pacifico, sarebbe quello di rinnovare il contratto economico, ma per tutti e non seguendo il concetto di 'meritocrazia', premiando soltanto alcuni docenti e Ata 'privilegiati' da chissà quali meriti personali.