L’Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha deciso di prendersela con il sistema scolastico italiano: motivo? La formazione dei docenti. Del resto, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi aveva già anticipato la 'tiratina d'orecchi' parlando di come fosse necessario riprendere questo argomento, includendolo nel prossimo 'pacchetto Scuola'.
L'Ocse ha rilevato un buco nella formazione dei docenti italiani così come è stato evidenziato dal noto quotidiano 'Italia Oggi': strano a dirsi, questa carenza formativa degli insegnanti riguarda soprattutto i Bes (Bisogni educativi speciali) e i Tic (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione).
Il bello è che l'Italia fu uno dei primi Paesi a livello mondiale a legiferare sull'integrazione degli alunni diversamente abili nelle classi ordinarie e che, per quanto riguarda le Tic, furono stanziati la bellezza di 75 milioni di euro (tra il 2004 e il 2006) proprio per dare vita ad un importante progetto di formazione dei docenti, il Fortic. Il piano interessò quasi 200mila docenti e non parliamo dell''età della pietra'...


C'è chi dà la colpa alla mancanza di stimoli nei docenti, visto che la parola 'carriera' non è contemplata nel dizionario dell'insegnante, tanto meno per quanto riguarda l'aspetto economico: fattori che hanno inesorabilmente allontanato gli insegnanti dalla formazione, eccezion fatta per i precari e al cosiddetto fenomeno del 'puntificio' attraverso il quale si pagavano dei bei soldoni per corsi a pagamento anche online che dessero la possibilità di salire di qualche posizione in graduatoria ed ottenere la tanto auspicata cattedra.
La legge N. 128 dell'8 novembre 2013 ha cercato di dare una scossa al sistema scolastico, puntando nuovamente il dito verso l’obbligo formativo dei docenti che ha indotto lo Stato a stanziare un fondo di 10 milioni di euro. 
L'Ocse, comunque, vuole più impegno dall'Italia, sollecitando lo Stato ad incoraggiare la partecipazione dei docenti nella formazione, collegandola, per esempio, al concetto di progressione di carriera. I programmi dovrebbero riuscire a combinare sia la teoria che la pratica e gli investimenti dovrebbero essere incentrati proprio sul raggiungimento di tali obiettivi.