Terminata la pausa estiva torna più acceso che mai il dibattito in tema di previdenza e Pensioni lavoratori precoci: le ultime notizie raccontano di un duro attacco portato dalla CGIL al Premier Renzi, reo di non aver risposto a nessuna delle proposte pervenute dai sindacati, e di una riforma strutturale del comparto pensionistico che arriverà a cavallo della Legge di Stabilità. I sindacati vorrebbero in particolare che le misure di pensione anticipata approvate per i lavoratori statali (e divenute legge grazie alla pubblicazione in Gazzetta della riforma della PA) venissero estese anche ai dipendenti privati, lavoratori precoci inclusi, ma sin qui Renzi non ha fornito risposte concrete: resta sempre in piedi l’ipotesi dell’APA (Assegno pensionistico anticipato), ma come già accennato sarà la Legge di Stabilità a costituire il passaggio clou dell’intero processo di riforma.

Il governo provvederà in particolare a flessibilizzare l’uscita dall’impiego anticipandola laddove possibile, un programma che almeno sulla carta appare favorevole ai lavoratori precoci, rimasti ‘prigionieri’ dell’innalzamento dell’età pensionabile voluto dalla Legge Fornero.

Pensioni lavoratori precoci, la CGIL vuole la pensione anticipata e attacca Renzi

Come accennato in apertura, parlando di previdenza, pensione anticipata e pensioni lavoratori precoci non possiamo non sottolineare le dichiarazioni rilasciate dal Segretario generale dello SPI - CGIL Carla Cantone: ‘Mi sembra che ci sia molta confusione nel governo Renzi: ogni giorno a Palazzo Chigi arrivano 3-4mila cartoline indirizzate al premier. Le invieremo a piccole dosi fino all’approvazione della Legge di Stabilità, ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta’. Il leader CGIL ha proseguito facendo riferimento alle norme attinenti la pensione anticipata che sono state introdotte appannaggio dei lavoratori statali: la pubblicazione in Gazzetta della riforma della PA ha in particolare sancito l’entrata in vigore della norma che statuisce l’accesso alla pensione anticipata a quota 62 anni per tutti i dipendenti pubblici che abbiano maturato i requisiti di servizio, una misura che CGIL e sindacati vorrebbero venisse estesa a tutte le tipologie di lavoratori, precoci compresi. Il problema sta nelle coperture economiche necessarie a sostenere un simile provvedimento, ecco che torna a farsi largo l’ipotesi dell’APA: il passaggio chiave sarà comunque quello costituito dall’approvazione della Legge di Stabilità.

Pensioni lavoratori precoci, APA e Legge di Stabilità: parla Poletti

Nonostante un quadro decisamente incerto esistono comunque dei margini di intervento connessi alla risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci: pochi giorni fa il ministro del lavoro Poletti è tornato a parlare di APA e prestito pensionistico da destinarsi a chiunque accetti di abbandonare il proprio impiego prima della naturale scadenza, misura comunque non gradita ai lavoratori e in merito alla quale il responsabile del Welfare non ha mai fatto chiarezza. L’APA fa comunque parte di un ventaglio di interventi cosiddetti ‘tampone’ che non dovrebbero trovare posto nella Legge di Stabilità, all’interno della quale dovrebbero invece essere inseriti delle misure strutturali e definitive. Per quel che concerne nello specifico il caso pensioni lavoratori precoci, il governo ha annunciato che si studieranno meccanismi di flessibilizzazione dell’uscita dall’impiego che laddove possibile verrà anticipata. L’attenzione dell’esecutivo sin qui si è concentrata soprattutto sulla creazione di un ponte che consenta di far arrivare al pensionamento gli individui non più giovanissimi rimasti senza lavoro, ma come accennato la Legge di Stabilità affronterà questa e altre problematiche. Come spesso facciamo al termine della nostra analisi vi chiediamo di intervenire per darci un Vostro parere: credete che il caso pensioni lavoratori precoci possa trovare soluzione all’interno della Legge di Stabilità? Come affrontereste la vertenza? Dateci un giudizio commentando l’articolo qui sotto!