Si apre un nuovo capitolo nel voluminoso libro delle possibili soluzioni utili al pensionamento dei lavoratori Quota 96 del mondo scolastico, ovvero insegnanti e personale ATA classe 1951/1952 che nel 2011 aveva già raggiunto i 36 anni di contributi uniti ai 60 anni anagrafici, oppure i 35 anni di contributi e i 61 anni anagrafici. Il problema sorge quando il Governo Monti cancella (con la Riforma Fornero) il loro diritto al pensionamento (già maturato), a causa di un banale errore di conteggio. Nel riformare il sistema allora non si è considerato che l'anno scolastico parte e termina a settembre, non coincidendo con quello solare.

Questa semplice svista è stata sufficiente a bloccare sul lavoro circa 4000 persone per un periodo che va dai 3 ai 7 anni, nonostante la prossimità alla pensione.

Si cerca un nuovo rimedio alla situazione, dopo il fallimento dei precedenti

A partire dal 2011 gli esecutivi che si sono succeduti hanno fatto molte promesse riguardo questa incresciosa situazione. Purtroppo le soluzioni fin qui prospettate si sono imbattute sempre contro le esigenze di bilancio dello Stato, in alcuni casi anche con dietrofront clamorosi come quello avvenuto di recente nella riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi. Sul problema intervengono ora i sindacati, che si aspettano venga fatta finalmente chiarezza durante il prossimo Consiglio dei Ministri di Roma, fissato per venerdì 29 agosto 2014.

Nuova ipotesi di uscita frazionata per i quota 96 della scuola

L'ultima ipotesi in termini di possibile pensione anticipata riguarda il frazionamento delle uscite dal lavoro, una strategia che potrebbe finalmente sanare la questione senza pesare in modo eccessivo su di un singolo anno di bilancio pubblico. Se l'Inps accettasse di scaglionare l'accettazione delle domande di pensionamento dei Quota 96, si riuscirebbe a circoscrivere l'impatto sui conti pubblici e a risolvere la situazione dei lavoratori entro 24 mesi al massimo.

Il metodo attualmente allo studio prevederebbe di dare precedenza alle persone con età anagrafica maggiore e con più contributi versati. Così facendo, si arriverebbe a una completa risoluzione della situazione senza particolari penalizzazioni e garantendo il soddisfacimento di tutte le posizioni nell'arco di tempo indicato.