La vicenda ha avuto inizio qualche giorno fa, quando il Ministro del lavoro Giuliano Poletti si è dichiarato favorevole all'ipotesi di un prelievo di solidarietà sulle cosiddette "Pensioni d'oro", ovvero sui pensionati che incamerano importi mensili elevati. Il ragionamento di fondo è facilmente comprensibile; si chiede a coloro che hanno avuto la fortuna di andare in pensione con il retributivo avendo una mensilità elevata di sacrificare una parte della propria rendita, per poter garantire il pensionamento anche a figure sociali più deboli, come esodati e disoccupati.

L'attuazione pratica del provvedimento potrebbe risultare molto problematica

Se da un punto di vista logico l'idea può sembrare ragionevole, è chiaro che all'atto pratico sorgono immediatamente numerosi problemi. Quello forse più difficile da risolvere riguarda il livello della tagliola da applicare, a partire dal quale dovrebbe scattare il prelievo.

Per poter risultare efficace, il provvedimento dovrebbe andare a colpire pensioni da circa 2500 - 2000 € al mese lorde; se si pensa che al netto le cifre si abbassano anche di una misura superiore al 30%, si può comprendere come la misura potrebbe diventare molto impopolare, avendo un costo politico piuttosto elevato.

Renzi prende posizione contro la possibilità di prelievo su pensioni d'oro

È così che la risposta del Governo non si è fatta attendere, arrivando direttamente dalla voce del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

A partire dal nascere delle polemiche il Premier ha smentito più volte che allo studio dell'esecutivo vi sia una qualsiasi forma di prelievo sulle cosiddette pensioni d'oro.

D'altra parte, una simile soluzione era stata già proposta nello scorso anno da alcuni tecnici del PD, ma fu scartata perché di complessa implementazione.

Oltre ai problemi di natura politica nel decidere il livello della "tagliola", sarebbe altrettanto complicato redigere un dispositivo di legge in grado di passare indenne l'esame della Corte costituzionale.

Il dossier sarebbe quindi stato scartato dal Governo in passato, anche se il dubbio rimane: perché Poletti negli scorsi giorni ha "riaperto" il caso? Per avere una risposta definitiva non resta che attendere il prossimo autunno, quando verrà presentata la nuova legge di stabilità.