Il nodo Pensioni rappresenterà sicuramente una delle probabili novità che si potranno scoprire nell'attività governativa di settembre, stante il fatto che una vasta fascia di lavoratori attende ancora una soluzione in seguito alle deviazioni derivanti dalla Riforma Fornero del 2011. Tra chi ha subito i maggiori disagi, vi sono sicuramente i lavoratori esodati, ovvero quei soggetti che sono rimasti in una sorta di limbo all'interno del quale non possono disporre di un reddito da lavoro e nemmeno di un sostegno di welfare.

Fino ad ora gli esecutivi che si sono succeduti hanno risolto attraverso una serie di salvaguardie temporanee, ma è chiaro che il problema deve necessariamente trovare una soluzione definitiva.

Altre rivendicazioni per ottenere il via libera alla pensione anticipata già a partire dal prossimo mese di settembre arrivano dalla pubblica amministrazione e più in particolare dagli "esodati della scuola", ovvero dai lavoratori e dagli insegnanti con quota 96 che non hanno potuto accedere alla pensione a causa dello sfasamento dovuto al mese di settembre come inizio dell'anno scolastico.

La soluzione possibile è nella flessibilità dell'uscita e nella pensione anticipata

È chiaro che l'unica soluzione possibile per casi come quelli appena citati consiste nel dare flessibilità alla potenziale uscita dal lavoro; si tratterebbe in effetti di una misura più che giusta, anche considerando che la flessibilità esiste già per coloro che desiderano proseguire la propria carriera nonostante il raggiungimento dei requisiti necessari al pensionamento.

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato più volte che sarebbe favorevole ad adottare tutta una serie di misure utili per garantire il pensionamento dei soggetti deboli già con la prossima legge di stabilità, che potrà arrivare in autunno.

Il problema resta nel costo dei correttivi

Lo scoglio maggiore da superare per il Governo Renzi resta il reperimento delle risorse utili alle coperture dell'operazione.

Tra aperture e smentite, nelle scorse settimane ha preso forma una girandola di dichiarazioni e ipotesi; nonostante le smentite, molte di queste sono sicuramente allo studio dei tecnici del Ministero. Resta il fatto che realizzare uno scenario dove accontentare tutti resta impossibile. Tra penalizzazione della mensilità, prestito pensionistico o contributo di solidarietà, per non pesare sul pareggio di bilancio bisognerà comunque chiamare una parte della platea di attuali e futuri pensionati a contribuire.

Tutte misure che oltre ad avere un costo esoso per le tasche dei destinatari, non mancheranno di avere anche un certo costo politico per coloro che si dovranno assumere le responsabilità delle decisioni prese.