Nuove interessanti novità emergono dal dibattito in essere sul tema della previdenza, alimentato recentemente dalle dichiarazioni del Commissario Inps Vittorio Conti, intervenuto in una conferenza sul tema del sistema pensionistico italiano. Secondo quanto riportato dai principali organi d'informazione, si sarebbe espresso in modo favorevole all'ipotesi di una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro, suggerimento proposto in passato anche dall'attuale Ministro del lavoro. Ed è proprio Giuliano Poletti il principale esponente dell'esecutivo che si sta occupando ormai da diversi mesi della questione, mettendo in gioco le ipotesi più diverse (con fortune alterne, come nel caso del contributo di solidarietà su chi è già in pensione) pur di trovare le coperture necessarie.

Ma procediamo per ordine temporale, in modo di fare per prima cosa il punto della situazione.

Il dibattito previdenziale e l'orientamento del Governo Renzi negli ultimi mesi 

Il problema ovviamente resta quello delle coperture. L'assenza di risorse ha fortemente penalizzato le opportunità d'intervento del Governo Renzi, portando anche a dei clamorosi dietrofront man mano che i dati sull'economia italiana venivano aggiornati "in negativo" (con il sopraggiungere della nuova recessione), al contrario di quanto inizialmente stimato dai tecnici. È anche per questo motivo che l'esecutivo si è sfilato dall'ipotesi iniziale di concedere la pensione anticipata a tutti con 35 anni di contributi e 62 anni di età, seppure con una piccola penalizzazione della mensilità stimabile attorno all'1% o 2% del totale.

Purtroppo il ribaltone dei dati economici ha portato a rimandare tutto al futuro, mentre si è deciso di destinare le poche risorse disponibili alla sesta salvaguardia degli esodati.

L'intervento del Commissario Inps Vittorio Conti in favore di una maggiore flessibilità previdenziale e del provvedimento di pensione anticipata

Si arriva così ai giorni nostri, dove emergono le dichiarazioni di Vittorio Conti (Commissario Inps) sulle ipotesi di flessibilizzare l'uscita dal lavoro, uno scenario su cui si è già espresso in passato anche il Ministro Poletti.

L'idea rivoluzionaria potrebbe consistere nell'eliminare completamente il requisito anagrafico, in modo da permettere a tutti di accedere alle prestazioni pensionistiche secondo quanto effettivamente versato. "Si dovrebbe lasciare libertà ai lavoratori di decidere quando andare in pensione" afferma Conti durante un seminario sul tema della previdenza,  perché "con le varie Riforme abbiamo innalzato l'età lavorativa, ed è stato un successo dal punto di vista della sostenibilità finanziaria.

Ma ora si tratta di rendere il sistema più flessibile, perché non tutti i lavoratori sono uguali". Adottando questo metodo, il lavoratore potrebbe decidere di accedere al pensionamento in base alla contribuzione raggiunta. In questo modo, si darebbe maggiore resilienza al sistema previdenziale, aggiungendo la possibilità di effettuare una valutazione soggettiva circa la singolare situazione di ogni iscritto all'Inps. Una strategia che sarebbe di grande efficacia rispetto alle tante situazioni di disagio che vivono i lavoratori precoci, usuranti o i disoccupati che perdono l'impiego in un'età troppo avanzata per potersi reinserire nel mondo produttivo.