Prosegue incessantemente il dibattito in tema di riforma della previdenza e pensioni lavoratori precoci: mentre Poletti e il governo Renzi continuano a lavorare in vista di una Legge di Stabilità che Cottarelli permettendo dovrebbe portare significativi interventi sul fronte Pensioni, giunge inatteso ed intenso l’appello mosso dal presidente della Cassa dei Ragioneri Luigi Pagliuca, che nel corso di un’intervista rilasciata a Corriere.it ha sottolineato come le casse dell’INPS sarebbero a rischio default senza un ricalcolo degli attuali assegni previdenziali.

Pagliuca si è in particolare scagliato contro l’eliminazione del metodo di calcolo pro-rata ratificata da una recente sentenza della Corte di Cassazione, cosa che, stando al pensiero dello stesso Pagliuca, metterebbe a rischio le pensioni di domani. Insomma in un momento nel quale si vanno affrontando numerose vertenze previdenziali, alcune direttamente (pensiamo alla sesta salvaguardia pro lavoratori esodati) altre in maniera sommessa e a volte indiretta (su tutti i casi pensioni lavoratori precoci e Quota 96 della Scuola) arriva un grido d’allarme dalle proporzioni inimmaginabili: l’epoca dei baby pensionati è alle spalle da decenni, per riassorbire il tutto i governi che si sono succeduti non hanno fatto che incrementare l’età pensionabile ma adesso il rischio concreto è un’assenza di fondi tramite i quali poter far fronte agli stessi assegni previdenziali.

Il governo Renzi al momento è assorbito da altre questioni (su tutte la riforma della Scuola) ma se non inizierà a prendere in considerazione la questione previdenza in generale andando ad affrontare anche il dettaglio di certe vertenze (pensioni lavoratori precoci, tutele lavori usuranti, Quota 96 ecc..) il rischio di un crack non appare poi così lontano.



Pensioni lavoratori precoci: l’appello a Poletti e al governo Renzi, casse INPS a rischio crack

Non solo le pensioni pro lavoratori precoci ma anche quelle di tutta una serie di altre categorie lavorative sarebbero a rischio: a lanciare l’allarme Luigi Pagliuca, che vorrebbe il reinserimento del metodo pro-rata in vista di un ricalcolo degli attuali assegni di quiescenza per le pensioni già maturate. In pratica l’ultima legge di Stabilità aveva introdotto il metodo pro-rata, ovvero un calcolo misto contributivo e retributivo per l’erogazione dell’assegno di quiescenza per le pensioni già maturate: la norma, introdotta per creare un riequilibrio del sistema previdenziale tra chi oggi riceve assegni frutto di un calcolo misto retributivo e contributivo e chi domani fruirà del solo contributivo andando a percepire quanto effettivamente versato, è stata invalidata dalla Corte di Cassazione con effetti devastanti per le casse dell’INPS: ‘Le Casse previdenziali non sono in grado di sostenersi senza procedere a un riequilibrio del sistema - ha dichiarato Pagliuca - Falliranno tutte e la gestione di oltre 2,5 mln di professionisti confluirà nel perimetro dell’INPS perché ai nostri giovani dovremo pur garantire almeno la pensione sociale. Mi dica lei chi pagherà se non tutti attraverso le tasse. Senza la possibilità di introdurre il pro-rata - ha aggiunto Pagliuca - non saremo in grado di restituire neanche 700-800 euro al mese ai giovani che ora stanno versando i contributi sostanzialmente pagando chi è in quiescenza’. Insomma, con un sistema previdenziale che avrebbe bisogno di un riassetto profondo e strutturato il governo Renzi continua a prendere in considerazione solo interventi limitati o peggio ancora prosegue nel non studiare misure ad hoc per certe vertenze, in primis quella connessa al caso pensioni lavoratori precoci; tra le poche ipotesi in piedi l’APA e il ponte pensionistico, misure cui Poletti ha solo fatto cenno senza entrare mai nei particolari. Seguiremo i futuri sviluppi: se desiderate rimanere aggiornati cliccate il tasto ‘Segui’ in alto a destra.