Nonostante la situazione sia degenerata rapidamente nelle ultime settimane, i quota 96 non demordono e proseguono nella loro protesta volta a far valere il diritto al pensionamento. Stiamo parlando di dipendenti pubblici (insegnanti e lavoratori ATA) rimasti bloccati sul lavoro con l'avvento della Riforma Fornero 2011. Il problema si è verificato a causa di una semplice svista, ovvero perché non è stato considerato che l'anno lavorativo in ambito scolastico inizia e termina a settembre, a differenza dell'anno solare utilizzato per i pensionamenti degli altri lavoratori.

Purtroppo a causa di questo errore circa 4000 lavoratori sono rimasti bloccati sul luogo di lavoro per un periodo che in alcuni casi arriva perfino a 7 anni, nonostante il rispetto formale dei requisiti, corrispondenti a 35 anni di contribuzione e 61 anni di età o 36 anni di contribuzione e 60 anni di età.

Le proteste dei quota 96 a Parlermo e la manifestazione in preparazione per il prossimo 10 ottobre

Quanto descritto finora per spiegare ai lettori dove e in che modo si origina il problema dei Quota 96 nella scuola; ovviamente i lavoratori in oggetto stanno subendo una situazione di disagio e per questo hanno più volte richiesto l'intervento del legislatore. La soluzione sembrava finalmente arrivata con un'apposita sanatoria prima inserita e poi eliminata dalla Riforma della Pubblica Amministrazione.

Ora per molti lavoratori la pazienza si è esaurita. La prima manifestazione di protesta è avvenuta lo scorso 29 agosto presso Piazza S.S. Apostoli a Roma, nello stesso giorno in cui si è tenuto un importante Consiglio dei Ministri; la prossima invece è già programma, prevista per il 10 ottobre (organizzata dai Cobas scuola assieme ai precari e agli altri lavoratori disagiati che operano nell'istruzione).

Ma le iniziative dei singoli docenti e lavoratori non finiscono qui. Basti pensare alle vicende dei due insegnanti sardi che si sono incatenati per protesta davanti ad un liceo, oppure ai manifestanti intervenuti per far sentire la propria voce in questi giorni a Palermo, dove il Premier Matteo Renzi era presente per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico dell'Istituto Don Pino Puglisi.

Le possibili soluzioni alla vicenda, dalla Corte Costituzionale all'apertura dell'Inps

È chiaro che il Governo Renzi, per tutta una serie di problemi contingenti alla situazione economica nella quale versa attualmente il nostro Paese, ha deciso di adottare un profilo prudenziale sulla questione; soprattutto in merito agli annunci di possibili sanatorie e all'insicurezza sulle risorse necessarie per metterle in atto. Una delle possibili strategie per arrivare finalmente ad una soluzione è stata proposta dalla Cisl e avvallata durante la manifestazione del 29/08 dall'On. Ferdinando Imposimato. Si tratta della possibilità di imbastire un secondo ricorso presso la Corte Costituzionale, dopo che il primo è stato respinto per problemi di forma.

Ma in questi giorni è arrivata anche una nuova apertura all'idea di flessibilizzare l'uscita dal lavoro attraverso la pensione anticipata. Il Commissario Inps ha dichiarato di condividere l'idea di realizzare uno scivolo semplificato, portata avanti dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ipotizzando addirittura di creare un meccanismo di pensionamento innovativo: "senza date fisse [...] raggiunta una certa quota di contributi, si dovrebbe lasciare libertà ai lavoratori di decidere quando andare in pensione".

Il problema è che "con le varie riforme abbiamo innalzato l'età lavorativa, ed è stato un successo dal punto di vista della sostenibilità finanziaria; ora si tratta di rendere il sistema più flessibile, perché non tutti i lavoratori sono uguali". Esattamente quello che potrebbe servire per risolvere definitivamente la questione dei Quota 96.