La Commissione Lavoro del Senato ha approvato l'emendamento all'articolo 2 della legge delega sulla riforma del mercato del lavoro (l'ormai celebre Jobs Act) proposto dal senatore Pietro Ichino di Scelta Civica. Che cosa prevede questo emendamento? Si tratta dell'inserimento organico del contratto di ricollocazione come strumento di politica attiva del lavoro. Veniamo all'atto pratico. In caso in cui il lavoratore dovesse perdere il proprio posto di lavoro si dovrà recare presso il Centro per l'impiego e scegliere un'agenzia specializzata nei servizi di supporto al reinserimento lavorativo (in gergo 'outplacement'), con la quale sottoscriverà il contratto di ricollocazione.

Nel frattempo lo Stato fornirà un sostegno temporaneo al reddito. Attraverso il contratto di ricollocazione, il disoccupato si obbliga a dedicare il proprio tempo alla ricerca attiva dell'occupazione, impegnandosi a non rifiutare eventuali offerte di lavoro congrue, dal punto di vista delle mansioni da svolgere, dello stipendio e della localizzazione geografica. In caso contrario, lo Stato provvederà a revocare il sostegno al reddito nonchè il servizio di ricollocazione.

Riforma del lavoro Renzi, Jobs Act e contratto di ricollocazione: via alla fase sperimentale, poi dal 2015 legge

La nuova normativa dovrà attendere il suo normale iter di approvazione (che ci auguriamo si possa concludere entro la primavera o al massimo entro l'estate del 2015) ma nel frattempo il ministero del Lavoro ha intenzione di emanare un decreto attuativo di sperimentazione del contratto di ricollocazione, inserendolo già nella legge di Stabilità per l'anno 2014.

Solo provando a livello pratico questa nuova normativa, lo Stato sarà in grado di accertare la sua funzionalità, prima di dare il via alla sua applicazione sull'intero territorio nazionale. L'idea sarebbe quella di cominciare dalla Regione Lazio che ha già sperimentato la soluzione con i lavoratori in esubero di Alitalia: successivamente altre Regioni potranno abbracciare il progetto sperimentale.