Resta ancora in alto mare il dibattito sulla riforma delle Pensioni 2014 e sulla possibilità di inserire una sanatoria a favore dei lavoratori disagiati già a partire dal prossimo patto di stabilità 2015. Nonostante gli ultimi sviluppi di cui parleremo nell'articolo, è il silenzio del Governo Renzi a comunicare in questo momento più di mille parole. Eppure delle possibili via d'uscita cominciano ad emergere, anche se purtroppo resterebbero soluzioni con un costo a carico dei lavoratori. Si tratta della possibilità di offrire il pensionamento contributivo a tutti coloro rimasti bloccati a causa della Riforma Fornero.

Nel 2011 il sistema previdenziale è stato infatti modificato in modo profondo e con un forte aumento del requisito anagrafico, rendendolo maggiormente sostenibile, ma creando anche gravi situazioni di disagio, che persistono ormai da tre anni.

La platea dei lavoratori disagiati: esodati, precoci, usuranti e quota 96 della scuola

Nei fatti è molto vasta la platea di coloro che hanno maggiormente sofferto l'innalzamento dell'età minima con la quale risulta possibile entrare in pensione. Basti pensare agli esodati, rimasti senza reddito da lavoro e senza possibilità di ottenere la pensione dall'Inps, oppure ai lavoratori precoci che sono rimasti bloccati sul luogo di lavoro a causa dell'innalzamento del paletto anagrafico, nonostante gli anni di contributi versati siano già molto corposi.

Per non parlare di chi ha svolto lavori usuranti, spesso impossibilitato a portare avanti la professione a causa dell'età.

Infine, resta emblematico il caso dei Quota 96 della scuola. Stiamo parlando di insegnanti e lavoratori ATA che hanno già maturato il diritto al pensionamento. Un diritto costituzionale che però è stato clamorosamente disatteso per una svista della Riforma Fornero, quando non si è tenuto conto del fatto che l'anno lavorativo nella scuola coincide con quello scolastico e va da settembre al settembre dell'anno successivo.

La sesta salvaguardia per gli esodati in approvazione al Senato della Repubblica

Al riguardo, l'unica consolazione in arrivo può essere la sesta salvaguardia degli esodati in discussione al Senato della Repubblica e già approvata dalla Camera dei Deputati. La misura è rivolta a offrire un reddito di sostentamento a circa 32000 persone esodate dal lavoro, ma non ancora in grado di entrare nell'Inps.

Nonostante le buone intenzioni, si tratta di un provvedimento temporaneo e che avrà probabilmente efficacia fino al 2015 - 2016.

È chiaro che si tratterebbe dell'ennesimo provvedimento "tampone", difficilmente in grado di permettere alle persone che devono organizzare la propria vecchiaia una corretta pianificazione finanziaria del futuro familiare.

La proposta del Commissario Inps: tutti in pensione con il metodo contributivo

È proprio in merito a situazioni come quelle elencate che negli scorsi giorni è intervenuto il Commissario dell'Inps Vittorio Conti, durante un dibattito sulla sostenibilità del nostro sistema previdenziale. L'idea è di lasciare al singolo lavoratore la possibilità di decidere in modo soggettivo quale sia il momento migliore per andare in pensione, sulla base della sua situazione personale.

Resta evidente però che una tale modalità di accesso al pensionamento potrebbe diventare fattibile solo nel momento in cui la rata fosse calcolata utilizzando il metodo contributivo, che come risulta noto permette di ottenere una mensilità della pensione anche notevolmente inferiore rispetto all'ultimo stipendio percepito. E voi sareste d'accordo all'adozione di un simile provvedimento? Fateci sapere la vostra opinione lasciando un commento all'articolo.