Tanti i nodi previdenziali che i lavoratori confidano vengano risolti nella prossima Riforma Pensioni del Governo Renzi, le ultime novità riguardano la salvaguardie per gli esodati e la richiesta di maggiore flessibilità. Cosa cambierà dal 2015?

Riforma pensioni 2014: stop alla settima salvaguardia

Quel che è ormai certo è che non vi sarà nessuna settima salvaguardia pro esodati, il Governo Renzi dovrà cimentarsi in forme di invecchiamento attivo per tutti quei lavoratori, anziani, che ancora non hanno maturato i requisiti pensionistici richiesti e che sono rimasti senza lavoro.

La nuova direttiva previdenziale che dovrà dunque necessariamente portare cambiamenti concreti dal 2015 è citata nell'ordine del giorno presentato in Commissione Lavoro al Senato da differenti esponenti della maggioranza tra cui Annamaria Parente (Pd), Giuseppe Pagano (Ncd), Hans Berger (Svp), Ichino (Sc).

Ecco un estratto del documento "Salvi alcuni casi assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest'ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l'esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento".

Inoltre nel provvedimento si sottolinea, parafrasiamo le parole usate, la necessità di evitare che l'attesa di continue salvaguardie faccia sì che i potenziali interessati si astengano da possibili opportunità di occupazione, insomma una sorta di invito ai lavoratori a non dormire sogni tranquilli in attesa della salvaguardia.

Riforma pensioni e flessibilità: quali novità per il 2015?

Le forze politiche, puntando sulle esperienze straniere, richiedono altresì al governo di accompagnare con misure specifiche i cinquantenni e sessantenni rimasti senza lavoro verso il pensionamento e o il reinserimento nel mercato del lavoro, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento.

Combinando ad esempio lavoro a tempo ridotto con il pensionamento parziale, insomma un documento che ci pare ignori, almeno in parte, la dura realtà lavorativa che vi è attualmente nel nostro Paese. Faticano a trovare lavoro i giovani plurilaureati, non ci sembra dunque così semplice il reintegro dei lavoratori prossimi alla pensione.

Siamo certi che troverà invece maggiore accoglimento tra l'opinione pubblica la proposta di Vittorio Conti, commissario straordinario dell'Inps, che punta su una maggiore flessibilità del sistema pubblico previdenziale ed invita il Governo Renzi a pensare a forme di pensione anticipata per tutti i lavoratori.