Uno degli elementi contenuti all'interno della riforma Scuola 2014 è quello che riguarda la trasformazione dello status giuridico degli insegnanti in maniera tale da permettere una carriera attraverso una rigida gerarchizzazione legata a procedure di merito. In poche parole, fino ad oggi, la carriera degli insegnanti e dunque gli scatti di stipendio erano legati all'anzianità di servizio, mentre, qualora la riforma scuola 2014 dovesse andare in porto, il tutto sarebbe connesso a procedure (a dire il vero, al momento, poco chiare) di merito.

Quali sono le questioni connesse a questa gerarchizzazione dei docenti?

Come verrà calcolato il merito? Chi giudicherà? Quali conseguenze pedagogiche ci saranno trasformando la scuola in un luogo in cui dominano le regole della libera concorrenza tra i docenti? Ecco un'analisi di questa proposta contenuta all'interno delle linee guida per la riforma scuola 2014.

Riforma scuola 2014: nasce la gerarchia tra insegnanti, su quali basi?

Il capitolo 2.3 del libello "La Buona scuola" è quello dedicato alla professionalità docente. Si inizia con il dire che uno degli elementi fondamentali risulta essere quello di togliere il grigiore al ruolo del docente. In che modo? "Premiando" la sua professionalità. A pag. 50 lo si dice chiaramente: "ripensare la carriera dei docenti, per introdurre elementi di differenziazione basati sul riconoscimento di impegno e meriti".

Si tratterebbe dunque di trasformare dalle fondamenta lo status giuridico dell'insegnante. Ma come avverrà questo "riconoscimento di impegno e meriti"? Qualcosa viene detto a pag. 52. Il docente potrà dimostrare "quanto vale" attraverso l'accumulo di crediti che saranno di tre tipologie:

  • Crediti didattici: si tratta di un punteggio connesso alla qualità dell'insegnamento che si svolgerà in classe - quali saranno i parametri? Chi sarà in grado di giudicare dal momento che ci vorrebbe una persona valutante giorno per giorno accanto al docente per poter determinare la sua "qualità"? Ecco la prima fumosità e mancanza di chiarezza.
  • Crediti formativi: si tratta di un punteggio connesso alla formazione in servizio, si potrà ottenere attraverso percorsi che siano documentati e accreditati. Ancora una fumosità: si tratterà di corsi di aggiornamento a pagamento oppure no? Chi giudicherà la necessità della formazione in itinere? Sarà l'ennesima raccolta punti?
  • Crediti professionali: si tratta di un punteggio che verrà accreditato per lavori svolti nella scuola in ambito organizzativo e di miglioramento delle strutture. Chi darà questo punteggio? Il preside-manager? Chi controllerà i presidi manager? Non si rischierà di premiare i docenti che preferiranno assumersi compiti amministrativi, magari rischiando minor impegno nella gestione dell'insegnamento in classe?

Riforma scuola 2014: l'effetto della gerarchia tra insegnanti

Dal punto di vista pedagogico e formativo in senso stretto, la gerarchizzazione tra gli insegnanti attraverso procedure di merito e valorizzazione potrebbe avere un effetto negativo.

Le teorie pedagogiche parlano di necessità di costruzione di una professionalità docente che valorizzi la collaborazione tra insegnanti in vista dell'unico obiettivo comune, che non è la carriera, ma la formazione dei discenti. Una gerarchizzazione dei docenti in questo senso non farebbe altro che determinare dinamiche di concorrenza e di libero mercato dei crediti che potrebbe nuocere all'idea di collegialità che la scuola dovrebbe avere. In poche parole, a partire dalla riforma scuola 2014, potrebbero sorgere dinamiche di concorrenza spietata tra docenti che poco avrebbero a che vedere con la formazione degli studenti.