Saranno tutti in piazza sabato 8 novembre 2014: docenti e statali (Scuola, sanità, sicurezza e soccorso pubblico e privato, università, ricerca, funzioni pubbliche, privato sociale e servizi locali) per la manifestazione nazionale proclamata da 14 sigle di Cgil, Cisl e Uil. La protesta è stata indetta per difendere i servizi dei cittadini ed il salario dei lavoratori. Tutti insieme, i dipendenti pubblici sfideranno il governo definito, dal comunicato diffuso nella giornata di venerdì 19 settembre, "degli illusionismi e delle divisioni" affinché si arrivi ad una vera riforma della Pubblica amministrazione e dei settori dell'istruzione e dei servizi pubblici.

Sarà rivendicato, inoltre, lo sblocco del contratto nazionale di lavoro sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati. Particolarmente accesa è diventata, negli ultimi mesi in concomitanza con il silenzio del Governo in materia, la questione del blocco delle retribuzioni, alla quale vanno aggiunti i tagli all'istruzione e gli oltre dieci anni di blocco del turnover.

Ma delicate risultano, si legge ancora nel comunicato, la questione dei precari, senza certezze e nemmeno tutele e le riforme fatte frettolosamente e male: l'istruzione, come sistema, è ormai al collasso, mentre la spesa pubblica è in continuo aumento nonostante i sacrifici e i tagli imposti al welfare dalla spending review.

Quali risposte darà il Governo Renzi ai manifestanti? Come pensa il governo di garantire i servizi pubblici, l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo senza un progetto e reali investimenti nella formazione, nell'innovazione e nelle competenze?

Contratto nazionale pubblico nella Scuola, blocco fino al 2019

Tutto questo mentre cresce la protesta nella Scuola e nel settore pubblico per il mancato rinnovo del contratto nazionale.

Le misure annunciate dal Governo Renzi portano alla logica conclusione che il blocco del contratto nazionale permarrà per tutto il 2015 e la cancellazione degli scatti fino al 2019 se è vero che dal prossimo anno non varrà più l'anzianità e fino al 2018 non inizierà ad entrare in vigore il sistema degli scatti calcolati in base al merito. Fino al 2019, quindi, nessun aumento per tutti e retribuzioni ulteriormente ferme.