Il premier Matteo Renzi, dopo il mancato inserimento nel consiglio dei Ministri di venerdì scorso, che tante polemiche e malumori ha sollevato, ha dichiarato: "La proposta sulla Scuola è sostanzialmente pronta", lasciando intendere che anche le risorse sono state reperite. Dunque il polverone sollevato sembra destinato a svanire nel volgere di qualche giorno. Difatti si sa che la riforma della Scuola arriva in Consiglio dei Ministri mercoledì 3 settembre così come le nuove misure sulla cancellazione del precariato e delle supplenze.

Sostegno, retribuzioni e stabilizzazione 100 mila precari

Tra le novità più rilevanti che saranno comprese nella riforma della scuola c'è anche quella del sostegno.

"Quella del sostegno è una delle gambe essenziali della riforma", afferma il responsabile del welfare del Partito Democratico l'On. Davide Faraone, cercando di rassicurare le famiglie interessate che non vi saranno tagli né sottostimazioni del problema da parte del Governo. Nel pacchetto scuola sarà affrontato anche l'annoso problema delle retribuzioni, ferme ormai da anni ed una nuova possibile valutazione degli insegnanti in base al lavoro didattico svolto. Si profila un consiglio dei ministri assai corposo. Tanti i capitoli aperti, tante le misure proposte che dovranno essere affrontate. Una questione su tutte in particolare sta catturando l'attenzione degli operatori scolastici e cioè la ventilata possibilità di assunzione di precari in attesa di cattedra.

Si parla di 100mila immissioni in ruolo in tre anni. Attinti delle graduatorie ad esaurimento. Sarebbe davvero un gran bel colpo, considerato l'elevato numero di docenti e personale non docente che ogni anno, da troppi anni, si vede licenziare al 30 di giugno senza certezza alcuna dell'agognata stabilizzazione.

Quota 96: la madre di tutte le battaglie.

Ma c'è un'altra partita da chiudere. La madre di tutte le battaglie, quella del collocamento a riposo dei Quota 96. L'incredibile vicenda dei "carcerati" della riforma Fornero, che da tre anni tiene viva e desta l'attenzione del mondo politico e sindacale su questo aspetto della questione scuola. Vicenda che certamente dal dicembre 2011 non ha fatto dormire sonni tranquilli non solo ai diretti interessati ma anche a chi, politicamente, se n'è occupato in prima persona, senza aver potuto risolvere, nonostante proclami, promesse e false certezze, la questione del loro pensionamento.

E ad oggi non si sa ancora nulla sulla sua soluzione o quanto meno sugli espedienti che il Governo Renzi vorrà adottare, considerato che l'anno scolastico è già iniziato. Il reperimento delle risorse finanziarie, però, che fini ad oggi ha sempre bloccato qualsiasi tentativo di soluzione, rende incerta la conferma che tale questione possa essere affrontata nel prossimo consiglio dei ministri. L'incertezza viene proprio dal ministro dell'Economia Padoan, per il quale mancano le risorse (come sempre!), pertanto bisognerà pensare ad un piano per reperirle e quindi reimpiegarle.