Farà sicuramente discutere la sentenza della Cassazione de L'Aquila che ha dato ragione al datore di lavoro, nel caso specifico un'azienda di materiale edile, il quale ha licenziato un suo dipendente, la cui produttività è stata reputata insufficiente a causa delle numerose assenze definite "tattiche", cioè vicine a turni di riposo o alle ferie, che si sono ripetute troppe volte, pur rientrando nei limiti previsti dal contratto collettivo di lavoro.

Sentenza della Cassazione 18678 del 5 settembre 2014

La sentenza 18678 del 5 settembre 2014 concerne uno dei temi più caldi che riguardano il mondo del lavoro; infatti, si discute molto spesso del contrasto che può insorgere tra i bisogni di produttività dell'azienda e quelli dell'impiegato, come nel caso di assenze per malattia, soprattutto quando queste hanno una durata breve e vengono comunicate pochissimo tempo prima, tanto da rendere difficile trovare una sostituzione, tanto più che non è raro che queste assenze tattiche si verifichino, com'è capitato nel caso del lavoratore che ha dovuto accettare il suo licenziamento, prima di un turno di notte o nei giorni festivi, un atteggiamento che aveva infastidito anche i colleghi, costretti a riorganizzarsi in un arco di tempo molto stretto.

La giustificazione dei giudici, che di sicuro segnerà un precedente nelle numerose casistiche simili, si basa soprattutto sulla scarsa produzione dell'impiegato, del quale si è rigettato il ricorso, che, con le sue ripetute assenze, definite a "macchia di leopardo", si è trovato ad arrecare un danno all'azienda, della quale si è approvato il comportamento risolutivo.

Licenziamento con giusta causa

È chiaro, quindi, dopo la sentenza, che nel nostro Paese le assenze tattiche potranno essere un motivo di licenziamento con giusta causa, in quanto la decisione del datore di lavoro di porre fine al rapporto di lavoro, in queste casistiche, dipende da problemi di tipo tecnico, che si riferiscono al breve preavviso fornito dal lavoratore e al grosso disagio causato all'azienda e ai colleghi, tanto da portare l'azienda stessa a considerare inutile il lavoro del soggetto che continua ad assentarsi dal luogo di lavoro.

Sarà quindi bene che, in un momento storico in cui avere un lavoro rappresenta una ricchezza enorme, si eviti di ricorrere a "stratagemmi" e "finzioni" per evitare un turno indesiderato o per allungare un turno di riposo, cercando invece di mantenere il proprio lavoro con onestà e giudizio.