Prosegue senza soluzioni in vista la vicenda dei Quota 96, lavoratori ATA e insegnanti che dovevano andare in pensione nel 2011 con 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, oppure con 36 anni di contribuzione e 60 anni di età. Dalla somma di questi parametri si ottiene appunto il numero 96, che sta tristemente caratterizzando il disagio di circa 4000 lavoratori dell'istruzione pubblica. Purtroppo la Riforma Fornero ha contenuto al suo interno un'incredibile svista, ovvero non considerava la differenza sussistente tra anno solare e anno scolastico.

Questo errore dall'apparenza banale ha avuto un impatto negativo sulla vita di tantissime persone, mentre i due Governi che si sono finora succeduti (Letta e Renzi) non sono sembrati in grado di ripristinare il diritto legittimo al pensionamento.

La legge di stabilità 2015 ignora gli insegnanti, il personale quota 96 destinato a mansioni organizzative

Sta di fatto che nelle ultime settimane precedenti l'approvazione della legge di stabilità 2015, era diventato già chiaro che una soluzione definitiva non sarebbe arrivata. Il Governo Renzi sembra aver scelto una strategia attendista, consistente nel prendere tempo, forse aspettando che la maggior parte dei lavoratori maturi i requisiti naturali subentrati con le nuove regolamentazioni.

Nelle ultime settimane sembra che un certo numero di persone coinvolte abbia avuto accesso all'Inps grazie alla legge 104, tanto che adesso i Quota 96 rimasti dovrebbero essere circa 3000. Fatto sta che quest'ultimi dovranno continuare a proseguire la propria attività lavorativa, nonostante l'età avanzata, perlomeno secondo le recenti dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini: "i Quota 96, nel piano della Buona scuola, possono sicuramente rientrare in una soluzione che non è l'andare in pensione, come altre categorie non comprese dalla legge Fornero hanno potuto fare, ma è entrare in nell'organico funzionale ed essere destinati a mansioni diverse, come quelle organizzative e non necessariamente alla didattica frontale".

Arriva la proposta delle mini Pensioni di Treu. Possibile soluzione anche per i quota 96?

Le scelte della politica sembrerebbero condizionate non solo dalla mancanza di fondi sufficienti ad accontentare tutti i lavoratori disagiati, ma anche dal fatto che una sanatoria per i quota 96 potrebbe provocare immediatamente le rivendicazioni degli altri lavoratori in difficoltà, come i precoci o chi ha svolto lavori usuranti.

Una recente apertura si è però registrata dal Neo Commissario INPS Tiziano Treu, che ha proposto l'idea di istituire delle mini pensioni attraverso il sistema del prestito pensionistico. Nella pratica si tratterebbe di anticipare al lavoratore i contributi mancanti rispetto a quelli formalmente previsti dalla Riforma Fornero, per poi trattenerli attraverso delle piccole rate dall'erogazione delle pensioni. Resta evidente però che per molti insegnanti e lavoratori ATA si tratterebbe solo dell'ennesima ingiustizia, visto che di fatto il diritto al pensionamento risultava già maturato nell'ormai lontano 2011. E voi cosa pensate al riguardo? Come sempre restiamo disponibili a far sentire la vostra voce con i commenti all'articolo; se invece volete restare aggiornati sul tema, potete utilizzare il tasto "segui" disponibile in alto sotto al titolo.