"Questa piazza non è una passerella, è una piazza piena di gente che rivendica risposte", ha dichiarato a gran voce la leader della Cgil Susanna Camusso alla manifestazione di Roma forte di un milione di lavoratori e pensionati giunti nella Capitale da tutta Italia per dire no alla riforma del lavoro Jobs act Renzi-Poletti e per sollecitare una nuova riforma Pensioni 2014-2015 che corregga i guasti della legge Fornero del Governo Monti sulle pensioni a partire dall'abbassamento dell'età pensionabile e dalla pensione anticipata a 62 anni per tutti i lavoratori che abbiano versato 35 anni di contributi pensionistici.

Riforma lavoro e riforma pensioni, Camusso a Renzi: sciopero generale

Tra le proposte della Cgil anche l'estensione del bonus Irpef da 80 euro al mese anche a pensionati e incapienti. "Se qualcuno pensa che quando questa giornata sarà finita potrà continuare ad ignorarci si sbaglia - ha aggiunto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso nel corso del suo intervento sul palco della manifestazione in Piazza San Giovanni a Roma - noi ci saremo, ci saremo con le nostre proposte per il lavoro, con le nostre iniziative e con lo Sciopero Generale".

Jobs act, Renzi alla Leopolda: 'Qui l'Italia che crea lavoro'

Mentre a Roma protesta la Cgil e la minoranza del Pd con i vari Cuperlo, Civati, Damiano, D'Attorre alla Leopolda di Firenze si riuniscono i renziani del Partito democratico, tanti parlamentari e ministri del Governo Renzi.

Dopo i tavoli di lavoro da cui "recuperare materiale con indicazioni concrete" alla Leopolda ci saranno "15 testimonianze di persone - ha sottolineato il premier Matteo Renzi replicando in qualche modo alla Cgil - che hanno creato posti di lavoro e vogliono ragionare dell'Italia che non si arrende e si rimette in moto, che crea speranza e posti di lavoro", ha sottolineato Renzi nel suo intervento al secondo giorno della Leopolda in cui si sta parlando di lavoro ma non della riforma pensioni.

Riforma pensioni e lavoro 2014: nuovo intervento di Poletti

Di riforma pensioni torna a parlare il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che ha più volte parlato dell'ipotesi di nuove forme di pensione anticipata e prestito pensionistico pur sottolineando la necessità di dovere fare i conti con le casse dello Stato che sulle pensioni non sono state per niente generose con la Legge di Stabilità 2015 varata dal Governo Renzi e ora al vaglio della Camera dei Deputati presieduta da Laura Boldrini.

"Dove eravamo - ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti, intervenendo a Salerno ad un convegno organizzato dalla Cei mentre a Roma era in corso la manifestazione della Cgil che ha rimarcato la spaccatura nel Pd di Renzi su riforma lavoro e pensioni - quando abbiamo deciso che si poteva andare in pensione dopo 16 anni? Perché adesso ci pesa moltissimo dover fare un ragionamento sulle pensioni. Ma il ragionamento sulle pensioni di oggi - secondo l'esponente del Governo Renzi alle prese con l'esame del Jobs act e le proposte di riforma pensioni 2014 - è figlio di quella è di altre cento scelte come quelle". "Quando abbiamo deciso che un lavoratore pubblico poteva lavorare 36 ore al mese - ha aggiunto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, anche lui del Partito democratico - abbiamo detto che andava bene.

Ma adesso - ha proseguito Giuliano Poletti parlando di riforma del lavoro e riforma delle pensioni - dobbiamo ricostruire un equilibrio in una condizione molto difficile. E' questo il punto - ha sottolineato l'esponente del Governo Renzi - su cui oggi stiamo lavorando".