Promesse infrante e parole al vento: queste due espressioni da sole bastano e avanzano per descrivere il quadro complessivo che emerge dalla Legge di Stabilità per quel che concerne gli annunciati interventi in tema di riforma pensioni 2014 e previdenza: il governo Renzi ha totalmente mancato nell'effettuare le manovre previdenziali che specialmente il ministro Poletti aveva annunciato nel corso degli scorsi mesi, con un quadro generale che adesso si fa più complesso che mai. Se per i Quota 96 una riforma delle Pensioni 2014 inserita a margine della Legge di Stabilità era di per se altamente improbabile, lo stesso non può dirsi per precoci ed esodati, che dal provvedimento si attendevano molto di più. Gli scenari adesso si fanno estremamente cupi: gli interventi inseriti in Legge di Stabilità avranno la priorità sugli altri, ecco che le possibilità di assistere ad una pur minima riforma delle pensioni entro la fine del 2014 si fanno più tenui che mai: l'unica domanda che ci sentiremmo di porgere a Renzi, Poletti e al governo è 'Perché'? Perché illudere oltre 500mila individui tra esodati e lavoratori precoci promettendo manovre che probabilmente non erano neanche al vaglio? Perché parlare di questo o quello strumento previdenziale salvo poi non configurare nulla? Perché giocare in questo modo col futuro di migliaia di individui?

Riforma pensioni 2014, precoci ed esodati: da Renzi e Poletti solo promesse infrante, e adesso?

Come accennato in apertura, in Legge di Stabilità non si scorge nulla di quella che era la riforma delle pensioni 2014 annunciata nelle ultime settimane da Poletti e da altri membri del governo Renzi; riguardo ai lavoratori precoci, il ministro del lavoro aveva promesso che si sarebbe lavorato 'alla norma che prevede la cancellazione delle penalizzazioni per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni di età' e che sarebbero state configurate nuove forme di pensione anticipata. Discorso diverso per i lavoratori esodati, che dalla riforma delle pensioni 2014 incastonata in Legge di Stabilità si attendevano quello strumento (ponte o scivolo pensionistico che fosse) in grado di risolverne strutturalmente la vertenza: anche per loro però nulla di quanto era stato promesso ha trovato posto nel provvedimento ratificato dall'esecutivo Renzi. E adesso? Inutile nascondersi, ogni possibile intervento viene ad essere rimandato a data da destinarsi, con buona pace di quanti tentano ancora di richiamare il governo Renzi rammentandogli che nel nostro paese esiste una 'questione previdenziale' dalle fortissime implicazioni sul tessuto sociale e civile.

Riforma pensioni 2014, Quota 96: confermate le premesse della vigilia, solo tagli

Erano invece nulle le possibilità di assistere ad una qualche novità per i Quota 96 della Scuola, costretti ad osservare i lavori di preparazione della Legge di Stabilità senza la minima speranza: a questo punto tutto viene rinviato al 2015, con la prospettiva di un pensionamento in deroga a quanto (erroneamente) previsto nella Legge Fornero a farsi sempre più remota.

La Legge di Stabilità non ha però dimenticato del tutto la riforma delle pensioni 2014, prevedendo al suo interno un incremento della tassazione sui fondi pensioni (si passa dall'11,5 al 20%) e l'unificazione della data di accredito dell'assegno pensionistico al 10 di ogni mese a partire dal prossimo 1 gennaio 2015. Insomma, nulla di quello che era stato promesso, con la beffa dell'incremento della tassazione sui fondi pensioni che rischia di disintegrare anche la previdenza integrativa. A questo punto vi chiediamo di esprimere un parere sull'atteggiamento tenuto da Renzi a margine della Legge di Stabilità: come giudicate il suo comportamento? Perché secondo voi ha ignorato le questioni attinenti alla riforma delle pensioni 2014? Dateci un parere commentando l'articolo qui sotto! Se desiderate continuare a rimanere aggiornati potete servirvi della funzionalità 'Segui' in alto a destra.