Qualche settimana fa il Governo aveva approvato la sesta salvaguardia per gli esodati. Si tratta di una buona notizia per gli italiani, dato che grazie a questo provvedimento, molti di loro potranno finalmente accedere alla pensione. Il tutto nasce da un errore nella legge Fornero, la quale ha creato non pochi problemi ai lavoratori, che in molti casi sono rimasti senza lavoro e senza possibilità di andare in pensione. La sesta salvaguardia permetterà a un discreto numero di esodati di poter accedere finalmente alla previdenza, ma purtroppo tale misura non accontenterà tutti.

Tra i delusi spiccano soprattutto i Quota 96 della scuola, ancora impossibilitati dall'andare in pensione, che da ormai troppo tempo attendono risposte concrete da parte del Governo. Nonostante le diverse proposte di prepensionamento fatte in questi mesi, sono mancate le coperture finanziarie per concretizzare il tutto. Tornando alla salvaguardia per esodati, invece, come accennato inizialmente, non saranno tutti a poterne beneficiare, dato che il Governo ha annunciato nei giorni scorsi alcuni dei limiti e requisiti.

Alla sesta salvaguardia non potranno accedere quegli italiani che in passato hanno beneficiato della mobilità in deroga. Questo paletto, messo dal ministero, va sicuramente in contraddizione con quanto accaduto nelle precedenti salvaguardie.

L'accesso, dunque, sarà riservato soltanto a lavoratori posti in mobilità ordinaria, sia in base agli accordi governativi che non, che siano stati stipulati entro la fine del mese di dicembre 2011; inoltre, si aggiungono ad essi anche i lavoratori che hanno terminato il loro percorso lavorativo entro e non oltre il 30 settembre 2012.

La nuova normativa vedrà l'entrata in vigore a partire da giovedì 6 novembre 2014, con la domanda che potrà essere inviata entro il 5 gennaio 2015.

Per tutti gli altri lavoratori che non potranno accedere alla sesta salvaguardia si attendono nuovi provvedimenti. Proprio in questi giorni, il neo commissario dell'INPS, Tiziano Treu, aveva sottoposto l'idea di introdurre una mini-pensione, rivolta soprattutto alle categorie disagiate, che consisterebbe in una sorta di prestito pensionistico, accessibile a coloro ai quali mancano 3 anni dal raggiungimento dei requisiti stabiliti dalla legge; la somma, poi, verrebbe restituita in piccole detrazioni dall'assegno pensionistico una volta che si andrà definitivamente in pensione. Altra proposta è quella fatta da Cesare Damiano, che ha voluto rispolverare la Quota 100. A questo punto bisognerà capire se il Governo vorrà tenere in considerazione queste proposte.