Riprende l'approfondimento sulla riforma Pensioni 2015, oggi faremo il punto sui Quota 96 e l'opzione donna. Con il trascorrere delle settimane barra mesi sembra che il Governo abbia nelle corde soltanto una risposta, che inizia con una nasale e termina con una o chiusa (o aperta, dipende in che parte d'Italia ci si trovi fondamentalmente), un no che sta ormai diventando il refrain del Governo Renzi, quello stesso ritornello che avevamo imparato a memoria prima durante i precedenti governi, quello guidato dal fu Enrico Letta, e dal fu Monti, entrambi spariti tra virgolette dalla scena politica italiana dopo aver preso il potere senza il consenso del popolo, così come Matteo Renzi, il quale rischia, secondo una nota proprietà transitiva, di vedersi fuori dai giochi prima di quanto si sarebbe immaginato soltanto alle ultime Europee, quando il Partito democratico sembrava una macchina infallibile, una macchina che adesso sta sbandando, una macchina che non trova più nessuna stazione di benzina aperta. 

Riforma pensioni 2015, Quota 96, news 28 novembre: problema tecnico o politico?

Domanda prettamente retorica

Iniziamo il nostro dibattito sulla riforma delle pensioni ripresentando l'ormai insoluto problemi dei Quota 96, ovvero quei 2500 dipendenti circa della scuola che si ritrovano ancora a lavorare per colpa della legge Fornero, quella stessa legge che in Primavera dovrebbe essere cancellata, spazzata via, grazie al referendum abrogativo voluto dalla Lega, per il quale il Carroccio ha già ottenuto un primo via libera da parte della Cassazione che ha riconosciuto le 500 mila firme presentate dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini, il goleador di Silvio Berlusconi, regista di una forza politica come quella di Forza Italia spenta, che sembra giocare quasi in inferiorità numerica rispetto al Pd e alla stessa Lega, balzata in un amen sopra il 10%, e divenuta la speranza di tutti quei lavoratori italiani che si sono visti togliere un diritto sacrosanto come quello della pensione per colpa di un calcolo sbagliato (aggiungeteci pure le virgolette prima e dopo sbagliato).

Uno dei temi principali della futura riforma previdenziale del Governo Renzi è stato per l'ennesima volta rimandato alla primavera del 2015, quando, almeno secondo quanto sostenuto da Enrico Morando, viceministro dell'Economia, il Governo tratterà la riforma della scuola, sebbene lo stesso Boccia, anche lui deputato del Pd, abbia sottolineato come il problema non sia tecnico, bensì politico, commentando lo stop agli emendamenti che Sel e Movimento 5 Stelle avevano presentato in Commissione di Bilancio.

 

Riforma pensioni 2015, opzione donna, news 28 novembre: il no incomprensibile, il no che fa male

All'interno del dibattito sulla riforma pensioni 2015 torna prepotentemente di attualità la proroga dell'opzione donna. In breve, l'opzione donna con calcolo contributivo consente alle donne di accedere alla pensione anticipata con calcolo contributivo anziché retributivo, secondo la legge Maroni del 2004, legge che consentiva di esercitare l'opzione donna fino al 31 dicembre 2015, prima che arrivasse la scure dell'Inps, che ha ristretto i termini al 31 dicembre di quest'anno.

In aiuto delle circa 6 mila lavoratrici interessate era arrivato l'emendamento di Sel, emendamento che però ha ricevuto l'unica risposta possibile, il no, il famoso refrain, no contro cui adesso combatterà il Comitato Opzione donna, il quale dovrà per forza di cose scontrarsi contro il solito muro rappresentato dalla mancanza di risorse economiche. Se volete restare aggiornati sulle ultime novità riguardo l'opzione donne vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.