Sono giorni decisivi per la riforma della previdenza quelli che ci separano da qui alla fine del 2014. Il Governo Renzi deve affrontare la prova della legge di stabilità e delle numerose richieste da parte di lavoratori e pensionandi, che chiedono di intervenire a fronte dei problemi generati dalla Riforma Fornero. Nella giornata di ieri la Commissione Bilancio del Senato ha terminato l'esame delle proposte di emendamento e modifica che potranno passare all'esame dei Parlamentari, pertanto è possibile cominciare a trarre delle conclusioni, salvo si verifichino grosse sorprese in aula.

Il dato che salta subito all'occhio sul tema delle Pensioni è il fatto che l'esecutivo abbia deciso di agire sanando i casi di maggiore emergenza, com'era già avvenuto con la sesta salvaguardia recentemente approvata per gli esodati, mentre le altre situazioni di disagio potrebbero comunque essere gestite nei primi mesi del 2015.

Legge di stabilità 2015: l'impatto sul sistema previdenziale e sui lavoratori disagiati

Se analizziamo l'impatto complessivo della legge di stabilità 2015, possiamo constatare sia luci che ombre: decisamente positiva è stata l'eliminazione di qualsiasi penalizzazione per tutti i lavoratori precoci che matureranno i requisiti di legge utili ad ottenere la pensione anticipata entro il 2017.

Restano invece ancora in attesa di risposta i lavoratori esodati che sarebbero rimasti esclusi dalla sesta salvaguardia, anche se il Commissario Inps Tiziano Treu ha spiegato che si tratta in realtà di disoccupati in età avanzata e non di "esodati in senso tecnico". Anche gli insegnanti e i lavoratori della scuola "Quota 96" dovranno attendere che arrivi una riforma strutturale del sistema previdenziale, pertanto nei prossimi mesi saranno destinati a mansioni più leggere grazie al piano #labuonascuola.

Anche in Senato, con tutta probabilità, arriverà la conferma al tetto sul cumulo retributivo e contributivo delle "pensioni d'oro" dei lavoratori pubblici, mentre il capitolo della previdenza privata ha visto confermare l'aumento delle aliquote, che saliranno dall'11,5% al 20% per i fondi pensione privati e dal 20% al 26% per le casse professionali.

Unica consolazione, un credito d'imposta nel caso i gestori decidano di investire i capitali in Italia. In conclusione, la situazione dei pensionandi italiani resta molto complessa e le soluzioni sono finora arrivate a macchia di leopardo; proprio per questo motivo alcune correnti interne al Partito Democratico hanno chiesto all'esecutivo di intervenire all'inizio del 2015, attraverso una flessibilizzazione dei criteri utili per accedere alla pensione anticipata.

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