Prosegue a ritmi serrati il dibattito relativo a pensioni lavoratori precoci e previdenza: oggetto del contendere sempre lei, la Legge Fornero, provvedimento che in tanti vorrebbero vedere modificare ma che qualcuno - anche ai piani alti - continua a difendere per i presunti benefici economici di cui avrebbero fruito (e fruiranno) le casse statali. Se nella giornata di ieri vi avevamo dato conto della campagna avviata da Scelta Civica in difesa della Legge Fornero quest’oggi appare doveroso accendere la luce dei riflettori sull’intervento del ministro Padoan, che parlando della Legge Fornero (e toccando indirettamente il caso Pensioni lavoratori precoci) ne ha sottolineato ancora una volta l’assoluta ‘intoccabilità’.

Contrari al Padoan pensiero i sindacati, con CGIL e UIL a chiedere in particolare una riconsiderazione dei requisiti previsti dalla stessa Legge Fornero e il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che da tempo ha pronta una ricetta alternativa alla riforma dell’ex ministra: uscita a 62 anni di età più 35 anni di contributi, configurazione di Quota 100 o in alternativa uscita fissata a 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Il pensiero espresso da Padoan ha però ‘illustri sostenitori’, anzi il più illustre, ovvero il Premier Renzi, sicuro di come al momento la Legge Fornero costituisca ‘la sola via possibile’.

Pensioni lavoratori precoci, Legge Fornero e penalizzazioni in uscita: Padoan vs Damiano – Dati inequivocabili

Uno dei problemi più rilevanti tra quelli attinenti al caso pensioni lavoratori precoci coincide con la soglia anagrafica individuata dalla Legge Fornero per l’accesso al pensionamento: al riguardo la riforma parla di 67 anni, troppi secondo Damiano e i sindacati, anche se il parametro in realtà è in linea con quello degli altri paesi europei. Il problema è che è l’Italia a non essere in linea con gli altri paesi europei: la condizione previdenziale del nostro paese è particolare ed unica, con alcune singole vertenze (oltre al caso pensioni lavoratori precoci pensiamo alla vicenda esodati) in fin dei conti innescate dalla stessa Legge Fornero. Quando il ministro Padoan parla dell’intoccabilità di questo provvedimento ‘perché ha consentito di ridurre il monte spese destinato alla previdenza’ dimentica di sottolineare che dalla sua entrata in vigore, la riforma dell’ex ministra del lavoro ha costretto i vari governi a ratificare provvedimenti di salvaguardia per oltre 11,8 miliardi di euro. Un’enormità. Che in aggiunta alle 'perdite' di natura sociale, forse più gravi di quelle economiche, contribuiscono a creare un quadro ben poco lusinghiero attorno alle affermazioni rilasciate dal numero uno del MEF. Dall’altro lato della barricata Damiano continua invece a ribadire la necessità di modificare la Legge Fornero, con ciò andando ad occupare in realtà solo una posizione intermedia: si perché il cammino intrapreso dalla Lega Nord per giungere in primavera al voto sull’abolizione della riforma dell’ex ministra sta procedendo più che spedito. I sindacati al riguardo hanno lanciato un appello al governo Renzi: ‘Modifichiamo la Legge Fornero prima che venga abolita, non si attenda di trovarsi davanti ad una situazione così delicata impreparati’. In chiusura rammentiamo che il Senato, salvo ribaltoni dell’ultimo minuto, dovrebbe confermare la cancellazione delle penalizzazioni sull’uscita anticipata dall’impiego ratificata in prima istanza alla Camera. E Voi che cosa ne pensate? Siete favorevoli all’abolizione della Legge Fornero o vorreste piuttosto una modifica più sfumata ma comunque decisa? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto. Se desiderate rimanere aggiornati su previdenza e pensioni lavoratori precoci vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sopra il titolo dell’articolo.