Prosegue senza sosta il dibattito riferito a previdenza e riforma pensioni 2015: la sensazione attuale è che il paese sia giunto al bivio decisivo, con tutta una serie di manovre che attendono solo di essere ratificate. L’approvazione del ddl Stabilità al Senato è ormai alle porte: dal punto di vista della previdenza le novità saranno poche ma comunque importanti, su tutte l’ok alla reintroduzione del tetto alle Pensioni d’oro di esponenti della Camera e alti dirigenti dello Stato. Nonostante sulla norma penda il dubbio di legittimità costituzionale (la statuizione appare nella forma identica a quella voluta dal governo Berlusconi nel 2011 e bocciata dalla stessa Corte Costituzionale nel 2013) il Senato dovrebbe comunque dare il proprio il assenso.

Stesso discorso per la tassazione sui fondi di previdenza integrativa, con l’aliquota inizialmente fissata al 22% che per effetto di due specifici emendamenti dovrebbe abbassarsi al 12,5%. Dopo il voto sul ddl Stabilità prenderà il via la fase più importante, quella che condurrà alla prossima riforma delle pensioni 2015: per domani, giorno 19 dicembre, è stato convocato un meeting che vedrà partecipi i rappresentati delle tre più importanti confederazioni sindacali - CGIL, CISL e UIL - e alcuni membri dell’Esecutivo Renzi, primo fra tutti il ministro del lavoro Giuliano Poletti. Sarà l’ennesimo incontro interlocutorio o si giungerà ad una via condivisa?

Riforma pensioni 2015 Renzi, ddl Stabilità, pensioni d’oro e flessibilità: giorni decisivi – Tutto passa dalla volontà dal governo

Come sottolineato in apertura, quelli in corso sono giorni decisivi in vista della futura riforma delle pensioni 2015: il punto di partenza sarà l’approvazione del ddl Stabilità, con gli oltre 80 emendamenti presentati dal governo Renzi in questo momento al vaglio dell’Aula di Palazzo Madama. Sul fronte previdenziale saranno tre le più importanti novità introdotte dalla Legge di Stabilità: eliminazione delle penalizzazioni per chi abbandoni l’impiego in anticipo pur non avendo maturato il requisito anagrafico minimo, ri-configurazione di un tetto alle pensioni d’oro e riduzione della tassazione sui fondi di previdenza integrativa, con l’aliquota di riferimento che dovrebbe scendere dal 22% previsto nel testo della Legge di Stabilità approvato alla Camera al 12,5%. Il ddl Stabilità dovrebbe ricevere l’ok del Senato entro 48 ore, e poi? Poi si getteranno le basi per la configurazione della futura riforma delle pensioni 2015. Il meeting di domani potrebbe dire molto, ma l’impressione è che la via da seguire sia già stata tracciata: la parola chiave sarà flessibilità, con un maggiore e più ampio margine di scelta che sarà concesso ai lavoratori in merito a quando abbandonare l’impiego. Le ultime indiscrezioni puntano sulla presunta volontà del governo Renzi di perseguire il disegno riformatore tratteggiato all’interno del DEF (Documento di Economia e Finanza) approvato lo scorso aprile: nel rapporto si legge come la riforma delle pensioni 2015 sarebbe stata strutturata in modo tale da creare ‘meccanismi più flessibili e meno rigidi che ruotino attorno ad un sistema di incentivi e disincentivi’. Tradotto, chi vorrà uscire dal lavoro una volta raggiunto un certo requisito minimo potrà farlo a patto però di scontrarsi con alcuni disincentivi (pensiamo alle penalizzazioni sugli assegni previdenziali); viceversa, chi avrà maturato il medesimo requisito ma deciderà di rimanere al lavoro andrà a fruire di alcune forme di premialità edificate sotto forma di incentivi. Si resta infine in attesa di conoscere il funzionamento di APA, prestito INPS e scivolo pensionistico, tre ipotesi di riforma paventate dal ministro Poletti ma sin qui mai dettagliate. L’approvazione del ddl Stabilità costituirà dunque la porta d’accesso alla riforma delle pensioni 2015: se desiderate rimanere aggiornati sui futuri sviluppi vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ collocato in alto a fianco al nome dell’autore.