Una comunicazione sta girando da una settimana o poco più sulla notizia della dismissione della Pec e successivo passaggio ad un altro sistema. Per non incorrere in imprevisti o problemi dovuti al cambiamento in atto è bene tenersi aggiornati circa le tappe di questo passaggio per non incorrere poi in controversie giudiziarie. Il messaggio, che appare anche sul sito della posta certificata, rende noto a tutti che il servizio fino ad oggi usato tra cittadini e pubblica amministrazione verrà sostituito in modo graduale secondo tali date:

  • a decorrere dal 18 dicembre 2014 non verranno più attivate nuove caselle pec, anche nel caso che la richiesta di attivazione sia stata già fatta in data anteriore ma che non è ancora completata con l'attivazione presso uno sportello di Poste italiane;
  • dal 18 marzo 2015 al 17 luglio 2015 gli utenti potranno usare la pec attuale solo per consultare ed eventualmente salvare i messaggi ricevuti;
  • dal 18 luglio 2015 non si potranno ricevere più messaggi ma l'accesso alla Pec sarà ancora possibile fino al 17 settembre 2015 per consultare e salvare i messaggi;
  • dal 18 settembre 2015 al 17 marzo 2018, si potrà chiedere l'accesso ai log della posta certificata;
  • al 18 marzo 2015, tutti potranno richiedere una nuova casella Pec (gratuita per un anno) contattando l'indirizzo richiesta@agid.

Nel settore dell'Istruzione oggi la pec viene usata, oltre che per le supplenze, per inviare comunicazioni o fare ricorsi agli Usr, agli Usp e alle scuole, in quanto il fax non ha più valore legale e la raccomandata è stata sostituita per l'appunto con la Pec. Lo stesso Miur darà comunicazione della dismissione con nota esplicativa.

Le tappe della dismissione potrebbero crea disagi, quindi i supplenti devono tenersi aggiornati. La novità riguarderà non solo la Scuola ma molti enti e uffici, tutta la P.A. in genere. Nelle scuole i dipendenti pubblici (insegnanti e ata) conoscono bene come funziona il sistema delle nomine che si avvale della Pec, anche gli aspetti negativi dell'informatizzazione che non ha affatto facilitato la vita dei cittadini.

In passato, per conferire le supplenze, si veniva contattati al telefono di casa o al cellulare o con telegramma e l'interessato comunicava se accettava o meno la supplenza; da qualche anno con il Vivi facile non è prevista la risposta del contattato che potrebbe non aver letto la mail. Il supplente che per un disguido non ha visto la convocazione sulla Pec e non si presenta nei termini, perde il lavoro, es. l'interessato vede la mail dopo, il servizio di notifica sms non era funzionante e/o la pec inviata oltre l'orario stabilito, questi chiama dopo uno o due giorni e il posto è ancora libero, le scuole agiscono come meglio credono, c'è chi accetta il supplente in ritardo e chi no.

Non poche sono state le diatribe legali che hanno sovraccaricato i tribunali, a causa dell'uso di questo sistema di convocazione molti dipendenti della scuola hanno perso supplenze a tempo determinato ma anche a tempo indeterminato, casistiche che con il vecchio sistema non succedeva. Si tratta di contratti di lavoro che vanno da un mese fino al tanto anelato posto fisso, l'occasione lavorativa di una vita. Molti uffici inefficienti o che non rispettano le norme realizzano abusi che in passato erano stati superati e i lavoratori, parte debole, pagano le conseguenze di un sistema che fa cadere in errore: la realtà burocratica spesso non corrisponde all'idea del legislatore.