Dovrà comunque passare l'esame europeo ogni proposta di riforma strutturale al sistema previdenziale che inevitabilmente dovrà fare i conti con il bilancio dello Stato e con il Patto di Stabilità. Soprattutto se ad essere modificata, come in questo caso, è la riforma Pensioni 2011 che prevede di risparmiare "80 miliardi di euro fino al 2020", come hanno sottolineato l'ex premier Mario Monti e l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero commentando il no della Consulta al referendum per l'abrogazione della legge previdenziale proposto dalla Lega Nord di Matteo Salvini.

Riforma pensioni, Matteo Renzi chiede aiuto ad Angela Merkel

Mentre c'è già chi gioisce dopo le novità annunciate ieri dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti in tema di riforma pensioni 2015, il premier Matteo Renzi continuerà a lavorare sulla questione con la cancelliera tedesca Angela Merkel anche dopo il vertice Italia-Germania che si è concluso a Firenze. Nell'agenda del vertice italo-tedesco - arrivato in una settimana importante per l'Eurozona visto che ieri la Bce che ha varato il Quantitative easing, un piano di acquisto di bond da 50 miliardi al mese fino al 2016 che punta a far risalire l'inflazione e rilanciare domanda e crescita - le proposte di una maggiore flessibilità dei bilanci degli Stati Ue in considerazione delle ultime raccomandazioni della Commissione europea, il piano Juncker per il rilancio dell'economia nell'Eurozona e il finanziamento delle riforme delle pensioni.

Il modello per l'Italia sembra essere quello già adottato in Germania con la riforma pensioni 2014 che ha aperto le porte alla pensione anticipata per tutti, lavoratori pubblici e privati, ma che è stata contestata da diversi economisti che ipotizzano rischi per i conti pubblici tedeschi. Anche in Italia, aldilà delle buone intenzioni del Governo Renzi, il problema sarà quello della sostenibilità finanziaria di una nuova riforma pensioni che preveda una maggiore flessibilità per la pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi, come viene proposto in un ddl del Pd a prima firma del presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano secondo il quale la riforma è possibile "prevedendo penalizzazioni massime dell'8%".

Renzi spera di poter svolgere un ruolo da protagonista per ridefinire i margini di flessibilità già fissati dalla Commissione Ue nelle "linee guida 2015". Secondo quanto viene ipotizzato dagli economisti, la possibilità di neutralizzare le spese degli investimenti produttivi rispetto ai calcoli dei deficit statali potrebbe assicurare all'Italia, già nel 2015, nuove risorse finanziarie: un possibile "tesoretto" dal valore che potrebbe variare dai 4 ai 6 miliardi di euro.

Il premier italiano sembra aver in parte già incassato durante il vertice di Firenze il sostegno dalla cancelliera tedesca sulle riforme e sulle questioni già poste all'Ue: nuove regole di calcolo del deficit strutturale in modo da trovare le risorse per finanziare la riforma pensioni con nuove opportunità per la pensione anticipata.

"Avanti con le riforme. Gli imprenditori tedeschi che ho incontrato questa mattina a Firenze - ha detto la Merkel commentando il Jobs act del Governo Renzi - mi hanno detto che adesso possono assumere in Italia senza problemi e con regole certe". "Sono grato ad Angela Merkel - ha detto il premier Renzi dopo aver annunciato il 'turbo sulle riforme' - che ha voluto svolgere questo vertice anche all'insegna di cultura bellezza".