Continua il caos legato al regime dei nuovi minimi delle Partite Iva 2015. Quello che dallo stesso Matteo Renzi era stato battezzato come un grande regalo alle partite Iva è stato, in realtà, una vera e propria mazzata, tanto è vero che lo stesso Premier si è affrettato a riconoscere l'errore e a promettere un provvedimento ad hoc di rettifica. Semplificazione e riduzione del carico fiscale, come promesso da Renzi, si stanno però rivelando per i professionisti un regime dei minimi sfavorevole, con aliquote triplicate rispetto a quelle in vigore fino al 31 dicembre 2014.

La protesta degli autonomi su Twitter si può misurare con l'hashtag #malusrenzi. I più fortunati, perché erano nelle condizioni di poter scegliere, ma obbligati a dimostrare di aver iniziato l'attività già nel 2014, si sono affretti ad aprire la partita Iva entro la fine del 2014 in modo da usufruire del regime dei minimi vigente fino ad un mese fa, nettamente più conveniente. Basti pensare che l'aliquota dei minimi è stata triplicata dal Governo Renzi: dal 5% del reddito al 15% sul 78% dei ricavi, mentre per i professionisti è sceso il tetto dei ricavi per poter usufruire del regime dei minimi da 30 mila ai 15 mila euro.

Partite Iva, cosa farà adesso il Governo? Provvedimento ad hoc, ma non prima di due mesi

L'evidente errore (altroché "grande regalo fatto ai contribuenti"), riconosciuto da Renzi e dal Ministro del lavoro, Giuliano Poletti ("E' il mio più grande autogol, la norma è scritta male"), necessita di un intervento legislativo correttivo ad hoc.

La questione sarà riesaminata nel consiglio dei ministri previsto per il 20 febbraio prossimo: in quella sede si deciderà se portare al rialzo le soglie di accesso - troppo basse in vari casi - e se intervenire sulle aliquote, troppo spesso penalizzanti.

Ma i tempi non saranno brevi: dopo il 20 febbraio il provvedimento correttivo passerà al parlamento per essere esaminato, dopodiché tonerà al Governo prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Occorreranno, nella migliore delle ipotesi, ancora due o tre mesi. E come faranno i contribuenti, nel caso, a cambiare regime nel corso dell'anno nel momento in cui verranno modificati i requisiti di accesso ai minimi? Nel frattempo, il problema maggiore riguarda il caos operativo dei professionisti e degli artigiani: devono applicare l'Iva oppure no se dovessero emettere fattura o effettuare altre operazioni?

Non è un problema di poco conto perché nel caso in cui poi dovessero constatare di non avere i requisiti per accedere al regime forfetizzato, sarebbero costretti a chiedere al cliente la restituzione dell'imposta.