Il mese di gennaio si avvia alla propria conclusione e riguardo il settore della previdenza è stato caratterizzato da eventi dirompenti su scala nazionale: a partire dal Referendum abrogativo proposto dalla Lega Nord contro la legge Fornero bocciato dalla Corte Costituzionale, che ha scatenato le rivendicazioni dei lavoratori e che ha nuovamente portato a lottare sul campo i sindacati, in precedenza concentrati maggiormente sul nodo del lavoro. Ma ad apparire come un importante elemento di discontinuità è stata anche la conferma parlamentare della nomina di Tito Boeri alla Presidenza dell'Inps.

L'economista è intervenuto due giorni fa alla Camera dei Deputati per chiarire i dettagli della propria nomina, dicendosi pronto a lasciare la posizione qualora il responso della commissione lavoro fosse stato negativo, ma l'assemblea ha deciso di confermargli la fiducia nonostante la mancanza di un'esperienza manageriale pregressa in un istituto di simili dimensioni. 

Nuove dichiarazioni dell'ex Ministro Tiziano Treu, il punto sulle idee di Tito Boeri

Resta evidente che una parte del Parlamento sembra essere stata colta di sorpresa dalla nomina di un profilo tecnico piuttosto che politico alla Presidenza dell'Inps. In molti si attendevano la conferma dell'Ex Ministro del Lavoro Tiziano Treu, che in questi giorni è tornato comunque ad esprimersi sul tema della previdenza, spiegando che l'idea di alzare continuamente l'età di pensionamento non può essere considerata come una soluzione valida per risolvere i problemi sperimentati dal nostro sistema di previdenza.

Secondo Treu il vero problema è la mancata crescita dell'economia: "la stabilità del sistema e la sua sostenibilità sociale sono messe a rischio dalla mancata crescita e dalla stagnazione che da anni ci affligge". Fortunatamente il calcolo contributivo inserito negli scorsi anni ha reso solida la situazione, tanto che ad un simile sistema di riequilibrio fa riferimento anche l'economista Tito Boeri, che assieme al Governo Renzi sembrerebbe orientato ad eliminare i paletti anagrafici per l'accesso all'Inps a chi accetterà il riconteggio non retributivo o misto della propria mensilità.

Le ipotesi di riforma della previdenza: dal contributivo puro al prestito pensionistico, ma i lavoratori chiedono quota 100

Resta implicito che una soluzione vera e propria potrà arrivare solo a partire dalla metà del prossimo mese di febbraio, quando la presidenza di Boeri verrà ratificata in via definitiva dal Governo Renzi.

Fino ad allora, continueranno a moltiplicarsi le ipotesi di flessibilizzazione dei parametri di pensionamento: dal prestito pensionistico fino all'eliminazione di qualsiasi vincolo anagrafico per mezzo del ricalcolo puro della mensilità. Ma tra tutte le proposte quella che sembra continuare a cogliere il favore dei lavoratori resta la quota 100 di Cesare Damiano, che prevede di offrire il pensionamento tramite la somma di età anagrafica con gli anni di versamento (ad esempio 60 anni di età più 40 anni di contribuzione).

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