L'interesse pubblico è più importante della sfera privata. È quanto affermato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (sentenza 24 febbraio 2015) in merito alle quattro persone condannate a una pena pecuniaria dal tribunale di Zurigo nell'anno 2003. Nella fattispecie, il redattore capo della Televisione Svizzera (SF) Uli Haldimann, il direttore della trasmissione Kassensturz e due giornalisti avevano mandato in onda un servizio effettuato con telecamera nascosta. Il servizio aveva ad oggetto le modalità di talune pratiche commerciali.

La decisione era fondata sull'assunto che l'atto di registrare in maniera celata creava un grave vulnus ai doveri deontologici della professione di giornalista (l'autorizzazione della persona interessata rappresentava una condizione necessaria a fondare la validità del servizio di reportage).

Fu proposto ricorso al Tribunale federale, ma fu respinto.

La Corte europea dei diritti dell'uomo, però, cambia l'orientamento finora comunemente accettato. Henry Both, presidente della Convenzione europea per i diritti umani, ha definito la sentenza come una svolta epocale nell'ambito di una professione volta a favorire l'interesse pubblico. La libertà di stampa va tutela nel suo continuo progredire; trattasi di un diritto che ha "diritto" ad adeguarsi ad ogni singolo caso reputato e reputabile di rilevante sonorità sociale. La Corte di Strasburgo è stata perentoria nell'affermare che la condanna di un giornalista per l'utilizzo di una telecamera nascosta costituisce una evidente manifestazione dell'ampia categoria della violazione del diritto di cronaca.

Il Caso

Una giornalista, per rendere noto alcune prassi riguardanti la vendita di polizze assicurative, si era finta cliente e l'uso della telecamera serviva a registrare il dialogo posto in essere con un broker. In ordine a quest'ultimo profilo, ossia, alle modalità del colloquio e all'uso celato della telecamera, i giornalisti hanno deciso di incontrare l'agente in una sede diversa dal comune posto di lavoro; in più, lo avevano reso edotto della possibilità di partecipare attivamente alla puntata del programma.

L'interesse pubblico è più importante della sfera privata - Decisione Corte di Strasburgo

La Corte, ha dichiarato che non ci sono dubbi sul fatto che si sia verificata un'ingerenza nella vita del broker (tra l'altro non era neanche un personaggio pubblico), ma "i giornalisti hanno messo in posizione di rilievo l'interesse appartenente alla collettività a ricevere informazioni su un caso di impronta generale, senza tralasciare il rispetto delle regole deontologiche, soprattutto in riferimento alla circostanza di non rendere riconoscibile l'agente assicurativo. Non vi erano segni utili alla identificazione del broker".