Giungono importanti novità in merito a pensioni lavoratori precoci e opzione donna: da una parte l'aspro dibattito di questi giorni che vede coinvolti governo Renzi e sindacati che invocano a gran voce la configurazione di un sistema cosiddetto a quote, dall'altra il lavoro condotto dal Comitato Opzione Donna, con l'avvocato Giorgio Sacco, uno dei legali che segue la vicenda della class action indetta contro l'INPS, ad aver inviato un'importante comunicazione a Daniella Maroni, promotrice della stessa class action e leader del Comitato di riferimento.

L'impressione corrente è che i prossimi giorni possano rivelarsi decisivi in ottica riforma della previdenza, con il Cdm di venerdì 27 febbraio che potrebbe anche riservare delle sorprese. Del resto l'esecutivo Renzi viene incalzato su più fronti, con il ministro Poletti in particolare bersaglio delle pesanti critiche di CGIL e CISL, che gli contestano il fatto di promettere meeting e riunioni senza procedere però a delle convocazioni ufficiali. Tra le ipotesi di riforma più probabili permane senz'altro la cosiddetta Quota 41, con il promotore della proposta, Cesare Damiano, ad essere ormai divenuto un decisivo trait d'union tra le richieste dei sindacati e il volere del governo.

Pensioni lavoratori precoci e opzione donna, Quota 41 e nuove info class action: le novità - Dibattito infuocato

Partendo dal caso pensioni lavoratori precoci, bisogna evidenziare l'intervento portato avanti dal leader di CISL Annamaria Furlan, che rivolgendosi al ministro Poletti ha usato toni piuttosto critici: 'L'atteggiamento di Poletti è ambiguo, si deve intervenire sulla Legge Fornero aumentando il livello di flessibilità in uscita e costruendo un sistema a quote. Esistono lavori e lavori, non tutti sono uguali e dopo una certa soglia non si può più lavorare'. In un sol colpo l'intervento della Furlan ha toccato sia il caso Pensioni lavoratori precoci che quello connesso agli individui impiegati in attività usuranti: esistono lavori diversi e fermo restando tali diversità appare ovvio come ad una certa età non si possano più chiedere sacrifici ai lavoratori. In merito alle potenziali proposte di riforma, riprende poi quota la possibilità che si opti per la configurazione della cosiddetta Quota 41: l'idea, figlia del ddl Damiano, sarebbe quella di concedere ai lavoratori la possibilità di abbandonare l'impiego una volta raggiunti i 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica di appartenenza.



Passando dal caso pensioni lavoratori precoci all'opzione donna, bisogna invece dar conto dell'importante comunicazione inviata dall'avvocato Sacco al Comitato di riferimento, con il leader Daniella Maroni che continua a portare avanti l'iter che condurrà alla class action contro l'INPS: 'Ai fini della nostra azione per la class action, le signore che non l'hanno ancora fatto dovrebbero presentare all'INPS domanda di pensione - si legge sulla pagina Facebook del Comitato Opzione Donna - Se i patronati si rifiutano le signore dovrebbero cercare di farlo direttamente andando nel sito INPS, cliccando su 'elenco di tutti i servizi' e poi su 'domanda di pensione' […] Possono presentarla - conclude l'avvocato - tutte coloro che maturano entro dicembre 2015 i 57 anni di età (58 per le autonome o per coloro che hanno contribuzione mista) ed i 35 anni di contribuzione'. L'indicazione è semplice ma precisa: chiunque voglia aderire alla class action è tenuto a presentare istanza di pensionamento all'INPS. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare la pagina Facebook del Comitato Opzione Donna, dove sarà possibile interfacciarsi con i responsabili e scaricare i moduli per partecipare alla class action. Noi seguiremo tutti gli sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.