"Abbiamo un problema sul piano sociale [...] appena saremo nelle condizioni di aprire un confronto lo faremo". È l'ultima dichiarazione di Giuliano Poletti in riferimento alla posizione assunta dal Governo sui richiami ad una flessibilizzazione dell'accesso all'Inps. Nel corso della settimana i principali sindacati sono tornati a chiedere un incontro con il Ministro del lavoro, in vista di una piattaforma condivisa per l'approvazione di una misura di flessibilità. Tra le proposte in arrivo dalle parti sociali, sembra prevalere quella del sistema a quote, un meccanismo che potrebbe permettere ai lavoratori di ottenere la pensione anticipata unendo gli anni di contribuzione con l'età anagrafica.

Proprio la Quota 100 più volte proposta dalla minoranza Dem sembra apparire come la soluzione migliore per molti lavoratori che vivono uno stato di disagio, perché in questo modo diventerebbe possibile slegare la data di quiescenza da uno specifico limite anagrafico (attualmente fissato in via ordinaria sui 66 o 67 anni).

Governo Renzi vara nuove misure di flessibilità: arriva apertura all'anticipata

Stante che la situazione della flessibilità Inps dovrà necessariamente essere affrontata anche dal punto di vista dei conti pubblici, il Governo ha intanto proceduto ad attivare nuove opportunità di quiescenza anticipata per quanto concerne il sistema del secondo pilastro. Grazie ad un misura inserita nell'articolo 15 del Ddl sulla concorrenza, coloro che hanno sottoscritto un piano previdenziale privatistico potranno ottenere le prestazioni pensionistiche anche con 10 anni di anticipo rispetto alle attuali regole dell'Inps.

Per poter accedere ai nuovi benefici, bisognerà però avere maturato un periodo di almeno due anni di inoccupazione, mentre le regole precedenti imponevano un periodo di inoccupazione almeno doppio e un'anticipo massimo di cinque anni rispetto ai criteri seguiti dalla quiescenza pubblica.

Mille proroghe: arriva la conversione del Dl 192 del 2014

Un altro importante novità in tema di previdenza è arrivata con la conversione del Dl mille proroghe, che ha siglato in modo definitivo il fermo all'aumento delle aliquote contributive di chi percepirà la pensione con la gestione separata Inps.

L'articolo 10 bis prevede infatti che la percentuale contributiva si fermi sul livello del 27,72 %, mentre secondo quanto previsto dalla precedente normativa nel corso del 2015 si doveva raggiungere il 30,72%. La misura era attesa dagli interessati perché molti lavoratori autonomi avevano paventato l'impossibilità di proseguire l'attività proprio per il peso eccessivo dell'imposizione previdenziale.

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