A margine del convegno sul lavoro organizzato dal PD a Torino, Poletti è intervenuto nuovamente sulle questioni riguardanti la riforma pensioni 2015 del governo Renzi. A chi gli chiedeva se si stava valutando la proposta Boeri di intervenire sulle cosiddette Pensioni d'oro, il ministro ha risposto semplicemente che il governo vaglierà tutte le possibilità e vi saranno confronti su tutte le proposte. Cesare Damiano, intanto, uno dei più agguerriti rappresentanti della minoranza dem, ha rilanciato ancora una volta la proposta di pensionamento attraverso la quota 100, con la possibilità dunque di accedere alla pensione mediante un requisito contributivo e un requisito anagrafico di 60 o 62 anni.

Ecco tutte le news sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi.

Il nodo irrisolto delle pensioni d'oro, l'intervento del ministro Poletti

Il ministro Poletti è sembrato possibilista sulla proposta di Tito Boeri. Il governo Renzi sarebbe disposto a discutere l'idea del presidente dell'Inps che però ha fatto storcere il naso a sindacati e associazioni di categoria. Si tratterebbe di colpire le cosiddette pensioni d'oro per assicurare un gettito di circa 4 miliardi di euro alle casse dello stato. La questione riguarderebbe il passaggio di tutti gli assegni dal sistema retributivo al sistema contributivo, questo porterebbe un taglio soprattutto alle pensioni d'oro, cioè quelle che partono dai 3mila euro lordi.

La proposta è la seguente: dai 3mila euro fino ai 4mila euro vi sarebbe un taglio del 10/20%, sugli assegni di 5mila euro la stangata arriverebbe al 30%. Sembra comunque improbabile che il governo Renzi possa muoversi in questa direzione: la motivazione è che bisognerebbe toccare diritti acquisiti secondo legislazioni passate, e l'esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato come la Corte Costituzionale abbia sempre difeso strenuamente l'intangibilità di tali diritti.

In più, si tratterebbe di mettere le mani nelle tasche dei pensionati e di cercare di fare "cassa" su una delle categorie più deboli.

Riforma pensioni: braccio di ferro nel PD, Damiano rilancia la quota 100

Nelle discussioni rientrano anche gli scontri politici interni al Partito Democratico. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro e leader della minoranza dem in Parlamento, ha rilanciato sulla proposta della quota 100 per limitare le storture della legge Fornero.

Si tratterebbe, infatti, di inserire un principio di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, permettendo l'accesso alla pensione per quei soggetti che hanno maturato 40 anni di contributi e almeno 60 anni di età. La proposta, infatti, sarebbe articolata in maniera tale che con un minor numero di anni di contribuzione sarebbe necessaria un'età maggiore in maniera tale da raggiungere sempre la quota 100. Cesare Damiano è convinto che questo sistema eliminerebbe il problema degli esodati e permetterebbe a un'intera generazione di andare in pensione, permettendo l'ingresso nel mondo del lavoro di molti giovani, diventando di fatto anche uno strumento contro la disoccupazione dilagante.

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