Non si arrende la Lega Nord di Matteo Salvini che continua a proporre in tutti i modi - sia per vie giudiziarie che parlamentari - l'abolizione della riforma Pensioni Fornero dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato la proposta referendaria avanzata dai leghisti con il supporto di oltre cinquecentomila firme di cittadini italiani. Dopo aver annunciato nuovi dossier sulla riforma previdenziale del Governo Monti da mandare al nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dopo le nuove proposte di legge annunciate per cancellare la legge Fornero, la Lega Nord si prepara a presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

Riforma pensioni, Salvini: 'Ricorso a Corte di Strasburgo contro no della Consulta al referendum'

"Gli avvocati - ha dichiarato oggi il leader leghista ai microfoni di Sky durante la puntata odierna de L'Intervista - stanno preparando un ricorso alla Corte di Strasburgo contro la bocciatura" del referendum proposto dalla Lega Nord sulla riforma delle pensioni Fornero. Il quesito referendario proposto dai leghisti, a prima firma del senatore Roberto Calderoli, è stato considerato inammissibile perché era "disomogeneo" - secondo le motivazioni della sentenza del 20 gennaio scorso già depositate dai giudici della Corte Costituzionale - e proponeva di fatto l'abrogazione della riforma previdenziale del 2011 che era collegata alla legge di bilancio.

La Costituzione non prevede la possibilità di indire il referendum per leggi di bilancio e di natura economica. Questi i motivi per cui la Consulta ha detto no al referendum sulla legge Fornero.

Riforma pensioni 2015, le proposte di Boeri e le intenzioni del Governo Renzi

Ma aldilà del referendum e delle nuove iniziative della Lega di Salvini, il Governo Renzi - come del resto confermano le continue dichiarazioni del ministro del lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti su pensione anticipata e pensioni d'oro - intende modificare la riforma previdenziale che ha innalzato l'età pensionabile e creato gravi problemi come quelli, tra gli altri, dei lavoratori esodati e degli insegnanti della Quota 96 scuola.

L'esecutivo, infatti, dopo aver affidato la guida dell'Inps all'economista bocconiano Tito Boeri - in attesa del suo insediamento ufficiale che avverrò dopo il decreto del nuovo Capo dello Stato - sembra condividerne l'impostazione sulla riforma pensioni verso nuovi tagli alle pensioni d'oro (massimo il 20 o il 30 % su assegni a partire da 3.000 euro al mese) e nuove forme di flessibilità in uscita per la pensione anticipata (anche per i lavoratori privati e non soltanto per quelli pubblici).

Questo per introdurre nel sistema pensionistico nuovi elementi di equità e giustizia sociale tanto attesi da lavoratori e sindacati, anche se sul fronte del confronto con le parti sociali il ministro Poletti oggi è stato chiaro: "Servono decisioni rapide, il governo sulle leggi non fa trattative".