"Ai lavoratori va garantito un sistema pensionistico flessibile in cui collocare esigenzepersonali e diritti". La CGIL torna a parlare di riforma Pensioni e lo fa chiedendo al governo Renzi di intervenire, modificando la legge Fornero e allentando le maglie della pensione anticipata, ormai unica strada generale per uscire dallavoro se si esclude la pensione divecchiaia e l’opzione donna, lacui proroga è in bilico. Le novità di oggi, 5 febbraio 2015, vedono nuovamente il sindacato affrontare il temaprevidenziale: garantire un pensionamentoanticipato e rimuovere gli effetti deleteri del provvedimento attuato dalgoverno Monti sono le priorità secondo Susanna Camusso, leader CGIL.

Inparticolare i Quota 96 scuola,secondo la principale sigla sindacale italiana, sono emblematici degli errorifatti negli ultimi anni.

Riforma Pensioni,novità 5 febbraio 2015 governo Renzi: CGIL, rivedere pensione anticipata

Ormai lo chiedono tutti, e lo fanno indicando molto spessouna strada alternativa. Il problema al vaglio del governo Renzi è di natura economica: dove si prendono i soldi? Sulpunto può tornare utile il contributo di TitoBoeri, neo presidente INPS, secondo il quale con un taglio alle pensioni d’oro si possono recuperare risorse fino a 4miliardi. Denaro che potrebbe sembrare tanto ma che, in realtà, non lo è se siconsidera che alcune stime hanno valutato una delle proposte più apprezzate, laquota 100, fino a 11 miliardi.

Riforma Pensioni,prepensionamento per favorire ingresso dei giovani nel mercato del lavoro

Nella sua ultima uscita la CGIL ha sottolineato che lariforma Fornero, ritardando l’uscita dei lavoratori prossimi alla pensione, hadi fatto bloccato l’accesso ad un’occupazione dignitosa a tanti giovani che,loro malgrado, potranno lasciare il lavoro ancor più tardi visto l’innalzamentodell’età pensionabile e l’età avanzata in cui si inizia a lavorare.

Una spiraledrammatica che può pericolosamente mettere a rischio la tenuta sociale delPaese: l’ha ammesso qualche giorno fa anche il ministro Poletti secondo cui l’esecutivointerverrà ma non prima di aver approvato i decreti attuativi del Jobs Act.

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