Oltre a nuove forme di flessibilità in uscita per la pensione anticipata il Governo Renzi starebbe valutando nuovi tagli alle Pensioni d'oro nel quadro della riforma pensioni 2015. Sembra prevalere con sempre più nettezza la "ricetta" del neo presidente dell'Inps Tito Boeri che punta a rinnovare la governance dell'Istituto nazionale di previdenza sociale e a rendere il sistema pensionistico più equo e flessibile.

Riforma pensioni, il Governo Renzi condivide la "ricetta" Boeri

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti - che già ieri è tornato a ribadire le intenzioni del Governo Renzi sulle modifiche alla legge Fornero e per nuovi strumenti di flessibilità in uscita dal lavoro - non si sbilancia più di tanto, ma non smentisce le ipotesi di nuovi prelievi sulle pensioni alte dopo i primi tetti introdotti con la Legge di Stabilità 2015 alle pensioni d'oro di alti dirigenti di Stato, professori universitari e primari ospedalieri.

"Quando verrà il momento faremo discussioni su tutto", ha detto il ministro Poletti rispondendo oggi ai giornalisti a margine del convegno su lavoro e previdenza promosso dal Pd a Torino. Il ministro Poletti sembra condividere le proposte rilanciate nei giorni scorsi, durante la puntata di Presadiretta in onda su Rai 3, dal presidente designato dell'Inps che per il suo insediamento ufficiale è ancora in attesa del decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo aver già incassato il via libera parlamentare dalle commissioni Lavoro di Camera e Senato, presiedute rispettivamente da Cesare Damiano e Maurizio Sacconi.

Pensioni d'oro e tagli, il ministro Poletti: 'Discuteremo di tutto'

Ad essere riformato dovrà essere soprattutto quel sistema di calcolo retributivo, che non è più in vigore se non nella formula mista col contributivo, che ha consentito ad alcuni pensionati di ottenere assegni al di sopra dei 3.000 euro al mese, molto di più di quanto effettivamente versato.

La ricetta del nuovo presidente dell'Inps per "l'equità possibile" sulle pensioni è quella dei prelievi massimi del 30% sui trattamenti pensionistici superiori a 3.000 euro mensili. "Quando verrà il momento faremo discussioni su tutto", ha detto Poletti che però prima di passare al capitolo della riforma pensioni vuole completare la riforma del lavoro (Jobs act) che già comincia a muovere i primi passi.



Jobs act, Damiano (Pd): 'Servono più risorse per la nuova Aspi'

Ed è chiaro il ministro del Lavoro anche sui rapporti dei sindacati con i quali ha già avviato il primo tavolo di confronto sulla riforma della governance dell'Inps in attesa di definire le proposte sulla riforma delle pensioni 2015. "Sì alle relazioni sindacali e al confronto di merito - ha sottolineato Giuliano Poletti tra i migliori interpreti del Renzi-pensiero - ma no alla contrattazione che ha contraddistinto gli anni passati: sulle leggi il governo non fa trattative".

Ma dalla minoranza del Pd arrivano nuove richiesta sia sulla pensione anticipata per tutti che sui nuovi ammortizzatori sociali previsti da uno dei decreti attuativi del Jobs act. "La nuova Aspi - ha detto il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, durante il suo intervento all'iniziativa del Pd del Piemonte con il ministro Poletti - deve avere risorse finanziarie adeguate e durare strutturalmente più a lungo, cioè 24 mesi".