Continua a segnare temperature elevatissime il dibattito riferito a pensione anticipata 2015 e previdenza. Le ultime notizie si concentrano in modo particolare sul clima particolarmente polemico che si va creando dalle parti di Palazzo Madama, con il ministro del lavoro Giuliano Poletti ad essere stato raggiunto da una pioggia di critiche (alle quali non possiamo purtroppo che unirci) per il comportamento tenuto sin qui sul fronte della riforma della previdenza. Ad essersi schierati contro il responsabile del Welfare in primis i sindacati, con la CGIL ad aver nuovamente sottolineato di attendere ancora le famose convocazioni promesse ormai due mesi fa.

Aspre critiche al lavoro portato avanti dall'ex membro del PCI sono arrivate anche da Cesare Damiano, che ha suggerito di 'fare bene i conti prima di procedere con qualsiasi iniziativa', e da Maurizio Landini, che dopo la sua discesa in campo continua ad insistere su una riduzione dell'età pensionabile.

Pensione anticipata 2015 a 62 anni, ultime news da Damiano a Landini: le accuse a Poletti - 'Governo non si assume le proprie responsabilità'

Mentre riprende quest'oggi in Commissione Lavoro il dibattimento su ddl Damiano e super ddl volti a configurare per tutti una pensione anticipata 2015 a 62 anni di età più un minimo di 35 anni di contributi, il clima istituzionale continua a farsi sempre più acceso. Come già accennato in apertura, le ultime news sulla riforma della previdenza ruotano attorno alla figura di Poletti, reo di essersi esibito nei soliti roboanti proclami senza aver però fatto seguire alle parole i fatti. Le prime accuse sono arrivate da Lamonica della CGIL - infuriata per il fatto che Poletti non abbia ancora convocato i sindacati come promesso diverse settimane fa -, ma l'esponente del sindacato rosso non è stato il solo a rivolgere delle critiche al numero uno del Ministero del Lavoro. Anche Damiano e Landini si sono mostrati poco disposti a prodursi nei giri di parole soliti del politichese: Damiano ha apertamente invitato Poletti a farsi bene i conti e a valutare con attenzione i dati in possesso dell'INPS, Landini ha invece evidenziato come la via maestra sia quella che conduce ad una pensione anticipata 2015 fissata tra i 60 e i 62 anni di età.



Su una pensione anticipata 2015 configurata a quota 62 anni continua ad insistere in particolare Damiano che ha inserito la previsione all'interno del ddl attualmente in discussione in Commissione Lavoro. Il punto più critico è costituito dalle penalizzazioni sugli assegni pecuniari comunque previste dal ddl Damiano che punta su un sistema costruito su decurtazioni che vanno dal 2 all'8%, previsione questa criticata dalla Lega Nord di Salvini che vorrebbe la totale elisione delle penalizzazioni sugli assegni pensionistici. Il governo Renzi ha già risposto con un secco no scatenando l'ira dal Carroccio - che ha parlato di discriminazione - e delle parti sociali, evidentemente stremate da tutta una serie di circostanze ormai insostenibili. Prima della pausa pasquale Poletti e Boeri dovrebbero parlare in Commissione soffermandosi sulla maggiore o minore fattibilità del ddl Damiano, allora ne sapremo di più.