Prosegue senza sosta il dibattito riferito a pensione anticipata 2015 e prepensionamento. E'attualmente in corso presso la Commissione Lavoro il dibattimento relativo al ddl Damiano, una proposta di legge creata a più mani che punta a ridefinire i requisiti di accesso all'istituto concedendo a tutti i lavoratori la possibilità di uscire dall'impiego a quota 62 anni di età più 35 di contributi. Come abbiamo avuto già modo di sottolineare i lavori vanno a rilento, con il ministro Poletti ad aver sottolineato di non 'voler illudere nessuno' facendo riferimento al pesante debito pubblico che ancora oggi pesa come un macigno sulle nostre casse statali.

Trincerarsi dietro la mancanza di fondi appare atteggiamento francamente ridondate e auto referenziale: che non ci siano soldi da buttare è ben noto a tutti, ma la questione previdenziale rimane e va affrontata una volta per tutte, ecco che l'ex ministro Damiano ha rivolto un appello allo stesso Poletti e a Boeri, presidente dell'INPS, invitandoli a rifare i conti per un'ultima volta. Il termometro della polemica in corso segna in definitiva temperature elevatissime, con l'ultimo provvedimento ratificato dal MEF e recepito dall'INPS ad aver gettato altra benzina sul fuoco.

Pensione anticipata 2015 e prepensionamento, ddl Damiano e requisiti: monito a Poletti e Boeri, 'Fate bene i conti'

Come annunciato in apertura, gli istituti connessi a pensione anticipata 2015 e prepensionamento sono al momento al vaglio della Commissione Lavoro con il ddl Damiano che in questa fase va ad assorbire l'intero dibattito previdenziale. Intervenuto in un meeting tenutosi due giorni fa a Firenze, il ministro Poletti ha ribadito come sia difficile prevedere nuove misure per tutte le categorie lavorative evidenziando i problemi economici derivanti dalla sostenibilità finanziaria del debito pubblico. Il responsabile del Welfare dichiara da tempo di voler intervenire sulle vertenze sociali più gravi e solo in un secondo momento sull'età pensionabile ma continua comunque a non produrre misure concrete in queste direzioni, ecco che il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano gli ha inviato un consiglio che sa di monito: 'Se il ministro del lavoro Poletti e il presidente dell'INPS Boeri intendono riformare il sistema pensionistico nel segno dell'equità prima di pensare ad una tosatura indifferenziata di coloro che sono andati in pensione con il calcolo retributivo, sarebbe opportuno approfondire alcuni dati del risultato d'esercizio del 2013, in particolare i dati relativi al passivo di bilancio'.



Il dibattito su pensione anticipata 2015 e prepensionamento si fa dunque più acceso, con l'ultimo provvedimento ratificato dal MEF e acquisito dall'INPS ad aver surriscaldato ancor di più gli animi. Si perché in un momento in cui si cerca di arrivare a requisiti più tenui e morbidi è stata ufficializzata la nuova soglia di accesso ai due istituti che dal 2016 prevedranno sacrifici ulteriori per i lavoratori: gli uomini dovranno maturare 42 anni e 10 mesi di contributi mentre le donne 41 anni e 10 mesi, con ciò significando che si dovrà lavorare ben 4 mesi in più rispetto all'attuale configurazione. Come non bastasse il meccanismo di inasprimento dei requisiti dovrebbe continuare ad agire fino al 2019, con sforzi sempre maggiori dunque richiesti ai lavoratori di tutta Italia. L'auspicio è che il dibattito in corso possa produrre un'inversione di rotta.