Continua senza sosta il dibattito in tema di Pensioni lavoratori precoci e opzione donna. Le due vertenze continuano a viaggiare su un doppio binario, da una parte il dibattimento presso la Commissione Lavoro incentrato su ddl Damiano e super ddl, dall'altra l'iter connesso alla presentazione della class action contro l'INPS con il ricorso notificato ieri dall'avvocato Maestri - che abbiamo intervistato in esclusiva - ad aver ufficialmente dato il là al percorso giudiziale. Nel mezzo una serie di ipotesi alternative, con il membro della Commissione Lavoro Marialuisa Gnecchi ad aver recentemente riportato l'attenzione sulla proposta di legge depositata alla Camera lo scorso dicembre.

Il membro PD segue da sempre la vertenza connessa all'opzione donna, e nel corso di un'intervista concessa a IlSussidario.net ha sottolineato come la stessa opzione donna sia solo una delle possibili alternative per il prepensionamento delle lavoratrici donne. Le ipotesi insomma ci sono, con il dibattito a procedere fiorente nonostante il premier Renzi continui con il suo atteggiamento da 'latitante' - mai una dichiarazione sulla riforma della previdenza o sul caso pensioni lavoratori precoci in oltre un anno di governo - ben 'assistito' dal ministro Poletti, che rimanda all'infinito il confronto con sindacati e parti sociali con ciò dando l'impressione di non aver bene in mente che strada percorrere.



Pensioni lavoratori precoci e opzione donna, Poletti, Renzi e Gnecchi: scatta il piano bis - Ipotesi incremento graduale dell'età pensionabile

Parlando di pensioni lavoratori precoci e opzione donna non possiamo dunque non esaminare da un lato il dibattito sul ddl Damiano e dall'altro le dichiarazioni rilasciate dall'Onorevole Gnecchi. Partendo dai lavoratori precoci, la situazione appare bloccata ma prossima ad 'implodere'. I continui e reiterati ritardi perpetrati dal ministro Poletti e dal presidente INPS Tito Boeri, attesi ormai da giorni in Commissione Lavoro, hanno spinto Cesare Damiano e una gran parte degli attori politici in gioco a perseguire una strategia diversa. L'idea sarebbe quella di scavalcare il governo Renzi affidandosi al Parlamento: il ddl Damiano, che punta su un prepensionamento che possa scattare per tutti a quota 62 anni di età più 35 di contributi, approderà presto alla Camera, con l'auspicato intervento del capo dello Stato Sergio Mattarella che potrebbe cambiare le carte in tavola. Il sistema a Quote pare in questo momento relegato in secondo piano: l'obiettivo numero uno è flessibilizzare il più possibile l'uscita dall'impiego rendendo i requisiti di abbandono del lavoro meno rigidi, percorso certo ottimale in ottica pensioni lavoratori precoci.



Passando dal caso pensioni lavoratori precoci all'opzione donna rileva invece il contributo offerto dall'On. Gnecchi, che parlando della vertenza legata alle lavoratrici che chiedono la possibilità di fruire dell'istituto per tutto il 2015 ha sottolineto come la stessa opzione donna sia solo una possibile via anche e soprattutto perché prevede un sistema di calcolo degli assegni basato sul contributivo. Il ddl Damiano è difficilmente adottabile in ottica prepensionamento delle lavoratrici donne - Gnecchi stessa ha evidenziato la difficoltà di quest'ultime a maturare i 35 anni di contributi previsti dal provvedimento -, con lo stesso membro PD ad aver presentato una soluzione alternativa. L'idea sarebbe quella di prevedere un graduale aumento dell'età pensionabile secondo il seguente schema: 63 anni fino al 30 giugno 2016, 64 dal primo luglio 2016 al 31 dicembre 2017 e 65 dal primo gennaio 2018, il tutto condito da due anni di anticipo per ogni figlio fino a un massimo di 5 anni di anticipo. La proposta certo è interessante, ma bisognerà attendere l'avvio del dibattimento per saperne di più.